Prosegue il giro di vite del governo contro le miniere accusate di crimini ambientali: il ministro per l’Ambiente e le Risorse Regina Lopez annuncia la chiusura di molti siti estrattivi
(Rinnovabili.it) – Tra proclami eclatanti e battute lontane anni luce dalla più blanda cortesia istituzionale, il presidente più discusso del pianeta (prima che fosse eletto Donald Trump) fa sul serio. Il pugno duro di Duterte scuote le Filippine non soltanto in quella che lui definisce lotta al narcotraffico e che in realtà è più una mattanza eseguita da veri e propri squadroni della morte. A finire sotto la scure del presidente ci sono anche le miniere.
Il braccio di ferro con l’industria estrattiva delle Filippine va avanti fin dall’insediamento di Duterte. È, anzi, un tema che ha dominato nella sua campagna elettorale. Prima il governo delle Filippine ha messo alla sbarra per violazioni dei diritti umani 47 delle più grandi multinazionali al mondo attive nel settore minerario, ma anche con interessi nel petrolio, carbone e cemento. Poi, tra luglio e settembre, ha sospeso le concessioni a 30 delle 41 miniere attive nel paese accusandole di crimini ambientali. Una commissione apposita ha verificato gravi violazioni delle normative sull’ambiente e ha chiamato a rapporto tutte le compagnie implicate.
Adesso, al termine del processo di revisione dell’impatto ambientale e delle irregolarità riscontrate, arriva l’annuncio: il ministro per l’Ambiente e le Risorse Regina Lopez ha dichiarato che alcune di quelle miniere saranno chiuse. Non ha specificato quante e quali, ma l’intenzione è chiarissima.
Le Filippine sono il principale produttore mondiale di nickel, ma il sottosuolo è ricco anche di oro e di rame. Il giro di vite iniziato a luglio ha colpito compagnie attive nell’estrazione di tutti questi metalli. Delle 30 miniere sotto esame, però, ben 22 riguardano il nickel. Una loro chiusura, per quanto parziale, potrebbe avere effetti significativi in tutto il mondo. Negli scorsi mesi i timori hanno già fatto schizzare il prezzo di questa risorsa verso l’alto, con un +14% sui mercati mondiali.
“Non sono contro le miniere, ma sono decisamente contraria agli effetti nocivi che ne stanno derivando in alcuni casi”, aveva dichiarato Lopez lo scorso settembre. Concetto ribadito ieri con l’annuncio della prossima chiusura: “Le decisioni che stiamo prendendo non sono politiche. Non guardo a chi possiede le miniere. Ciò che è importante è il benessere delle persone che vivono in quelle zone”.