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Exxon Mobil alla sbarra. L’accusa? Ha mentito sulla crisi climatica

La compagnia petrolifera statunitense avrebbe truccato i suoi libri contabili per sottostimare i costi relativi alle emissioni di CO2, mentendo così ai suoi azionisti. Nei guai anche l'ex Segretario di Stato di Donald Trump, Rex Tillerson, che si difende usando la carta della persecuzione politica.

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Credits: skeeze da Pixabay

La procura dello Stato di New York porta a processo Exxon per una frode da 1,6 miliardi di dollari

 

(Rinnovabili.it) – Exxon Mobil, una delle più grandi compagnie petrolifere statunitensi e mondiali, è stata accusata martedì scorso dalla procura dello Stato di New York di aver ingannato i suoi azionisti duplicando i libri contabili e nascondendo, volontariamente, i reali costi delle misure di adattamento per la lotta ai cambiamenti climatici, sottostimandoli. Per certi versi, anche in questo caso si tratta di inquinamento, ma delle informazioni agli azionisti. Un inquinamento che, secondo lo Stato di New York, si risolve in una frode da 1,6 miliardi di dollari.

 

La causa, iniziata nell’ottobre del 2018 ai sensi del Martin Act (una delle più severe leggi antifrode del paese), si basa interamente sulle menzogne che Exxon avrebbe detto. Come riportano Reuters e IlSole24ore, Exxon indicava ufficialmente un costo futuro legato all’effetto serra (il cosiddetto “GHG proxy cost”) pari a 80 dollari a tonnellata. In realtà, i libri contabili interni e non ufficiali (quindi tenuti nascosti agli investitori) indicavano un costo di 40 dollari oppure del tutto nullo. In questo modo, la compagnia avrebbe mentito agli investitori sul futuro pericolo corso dalle sue attività, “comprese forti svalutazioni di asset davanti a strette nelle regolamentazioni e disastri ambientali”.

 

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Theodore Wells, avvocato di Exxon, ha affermato che gli 80 dollari per tonnellata di emissioni rappresentavano però una valutazione generale, mentre le cifre più basse (dimezzate e note solo ai dirigenti) erano state utilizzate per specifici progetti. Inoltre, Wells ha anche accusato il procuratore generale di New York di perseguire Exxon solo per motivi politici.

 

Tutto nasce infatti nel 2014, nel momento in cui gli investitori spinsero affinché Exxon adottasse politiche aziendali più trasparenti sul cambiamento climatico. La compagnia pubblicò quindi due rapporti sottoscritti dai massimi vertici, tra cui Rex Tillerson, allora chief executive di Exxon e futuro Segretario di Stato di Donald Trump, poi sostituito da Mike Pompeo. Secondo il procuratore generale di New York, proprio da questi rapporti è possibile evincere il comportamento fraudolento della compagnia.

 

Ma non solo, Exxon sta passando un momento difficile anche nello stato del Massachusetts, in cui è indagata per avere dissimulato la propria conoscenza, già negli anni ’70, sul ruolo dei combustibili fossili rispetto al cambiamento climatico.

 

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