Italia ai vertici europei per contribuzione rispetto al Pil: per la prima volta in 8 anni diminuisce la percentuale di eco tasse ma aumenta il gettito.
Energia e trasporti i settori gravati da maggiori contributi ambientali
(Rinnovabili.it) – Tasse ambientali in crescita nell’Unione europea: secondo i dati diffusi dall’Eurostat, nel 2017 le eco tasse hanno portato 368,8 miliardi di euro nelle casse dei 28 Paesi membri dell’Ue pari al 2,4% del Pil europeo e al 6,1% del gettito totale d’imposte recuperate.
Per tassa ambientale, l’Eurostat intende un’imposta la cui base imponibile rappresenta un’unità fisica che un impatto negativo specifico sull’ambiente. A partire dal 2002, le tasse ambientali riscosse su territorio comunitario sono cresciute del 2,2% pari a 104 miliardi di euro in più.
I contributi maggiori rispetto al Pil nazionale provengono dai cittadini greci (4% di tasse ambientali rispetto al Pil), seguiti da sloveni e danesi (3,7%), lettoni (3,5%), croati (3,4%) olandesi e italiani (entrambi al 3,3%). All’opposto, la minore tassazione ambientale grava sui cittadini lussemburghesi (1,7% del Pil) e su quelli di Lituania, Romania, Spagna, Germania, Slovenia e Irlanda, tutti con entrate da eco tasse inferiori al 2% del Pil.
Molto variabile anche la percentuale di risorse economiche garantite dai tributi ambientali sul totale del riscosso dalle singole nazioni: in Lettonia, ad esempio, le eco tasse rappresentano l’11,2% dei contributi statali, il 10,2% in Grecia e Slovenia che precedono Croazia e Bulgaria dove le ecotasse rappresentano il 9,1% degli introiti da tassazione. L’Italia si piazza all’incirca a metà classifica con una percentuale pari al 7,9% dei contributi totali, ben al di sopra della media europea ferma al 6,1%. All’opposto, i Paesi Ue che riscuotono meno eco tasse sono: Lussemburgo (4,4%), Germania (4,6%), Svezia (4,9%), Belgio e Francia (5,0%), Slovacchia e Spagna (5,4%).
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Per la prima volta Eurostat registra una decrescita dell’apporto delle tasse ambientali al totale dei contributi raccolti dagli Stati Ue: il valore medio nel 2017 è calato al 6,1% in controtendenza rispetto al 6,3-6,4% fatto registrare costantemente tra il 2009 e il 2016.
In termini monetari, invece, l’apporto dei tributi ambientali continua a crescere dell’1,1% nel 2017 pari a circa 4 miliardi di euro. La crescita è dovuta al maggior gettito raccolto da Paesi come Malta (+9,3%), Polonia (+8,3%), Lituania (+8%) e Grecia (+7,6%); al contrario, sei nazioni europee hanno alleggerito gli introiti derivati da eco tasse nel 2017: Romania (-9.7 %), Regno Unito (-4.3 %), Italia (-2.3 %), Danimarca (-1.7 %), Svezia (-1.1 %) e Finlandia -(0.2 %).
A incidere maggiormente sono le tasse sull’energia che rappresentano il 76,9% dei tributi riscossi (di cui il 51% pagata da industriali e solo il 47% da consumatori finali); seguono quelle sui trasporti 19,8% mentre sono minoritarie le tasse su inquinamento e sull’uso di materie prime naturali (appena il 3,3% del totale).
Il rapporto Eurostat rappresenta uno degli strumenti con cui la Commissione europea monitora l’efficacia delle misure messe in atto per combattere il cambiamento climatico e raggiungere gli obiettivi comunitari in termini di lotta alle emissioni e conversione energetica.
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