Uno studio del World Wheater Attribution registra aumenti nell'intensità e nella frequenza dei picchi di calore che colpiscono il vecchio continente.
Gli studiosi segnalano il collegamento praticamente certo tra l’aumento delle ondate di calore e il cambiamento climatico indotto dalle emissioni provocate dall’uomo
(Rinnovabili.it) – Le ondate di calore sono diventate più violente e più ricorrenti: secondo l’analisi condotta dal gruppo di ricerca World Wheater Attribution (WWA), sull’appena concluso mese di Giugno 2019 che ha portato temperature record in Francia, Svizzera, Spagna e Repubblica Ceca, i picchi di calore attuali toccano in media 4°C in più di quanto avveniva a inizio ‘900 e ricorrono fino a 10 volte più spesso.
La scorsa settimana, la stazione di rilevamento di Gallargues-le-Montueux, vicino la città di Nîmes, in Provenza, ha fatto registrare la nuova temperatura record di 45,9°C, più di 1,5°C al di sopra del precedente primato (44,1°C nel 2003); in Svizzera, 40 stazioni meteo hanno registrato nuovi record per il mese di giugno, mentre 6 stazioni in alta quota hanno segnato numeri da record assoluti. Anche in Austria e Olanda, il mese di Giugno è stato il più caldo di sempre, mentre temperature molto sopra la media si sono avute anche in Spagna e Repubblica Ceca.
Lo studio è stato condotto in tempi strettissimi, sfruttando consolidate metodologie di analisi e modelli climatici convalidati in ambito scientifico: in particolare, gli studiosi hanno preso in considerazione le temperature medie registrate tra il 25 e il 28 giugno in tutta la Francia e nella città di Tolosa, uno dei siti che registra storicamente i picchi di calore più alti della regione.
Secondo i ricercatori del WWA non ci sono dubbi che l’intensità e la frequenza delle ondate di calore (a inizio ‘900, con un periodo di ritorno stimato di 30 anni, ad oggi 10 volte più ricorrenti) siano indotte dal cambiamento climatico provocato dall’azione umana.
Pochi giorni fa, anche la World Meteorological Organization aveva definito come “assolutamente consistente” il collegamento tra l’impatto delle emissioni di gas serra con l’ondata di calore che ha investito il centro Europa a fine giugno. Il WMO ha sottolineato che se il trend di alte temperature rimarrà costante, il 2019 potrebbe diventare l’anno più caldo sui registri e che il quinquennio 2015-2019 dovrebbe (molto probabilmente) risultare il lustro più caldo di sempre.
Le ondate di calore diventano inoltre sempre più pericolose: gli studiosi del WWA spiegano che il reale impatto delle temperature registrate nei giorni scorsi potrà essere valutato solo nelle prossime settimane, ma che alcuni fattori caratteristici delle moderne società (come l’invecchiamento della popolazione, l’urbanizzazione e i livelli di adattamento e preparazione a simili eventi) potrebbero causare molte più vittime di quanto avveniva a inizio del secolo scorso.
“Il cambiamento climatico non è più un astratto incremento delle temperature globali, ma una differenza che possiamo sentire appena mettiamo il naso fuori casa durante un’ondata di calore”, ha affermato Geert Jan van Oldenborgh, ricercatore del Royal Netherlands Meteorological Institute e autore dello studio presso il WWA.
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