Gli Stati membri non vogliono spendere denaro e fatica nel contrasto ai crimini ambientali, e la Commissione europea ritira la direttiva
(Rinnovabili.it) – Il commercio illegale di rifiuti tossici e fauna selvatica potrà seguitare indisturbato in tutta l’Unione europea. Lo ha scoperto il Guardian, secondo cui le istituzioni comunitarie hanno abbandonato le proposte di contrastare i crimini ambientali rafforzando le ispezioni per contrastarne il proliferare. Le alte cariche della Commissione europea temevano l’opposizione degli Stati membri nei confronti della proposta di legge in materia, a causa dei costi e della burocrazia.
La direttiva sulle ispezioni ambientali, vista dalla testata britannica, avrebbe costretto i Paesi Ue a istituire sistemi di monitoraggio e di controllo ai punti di ingresso in Europa che questo commercio riesce a sfruttare. Inoltre, avrebbe dato agli esperti comunitari l’autorizzazione a visitare i siti, offrire consulenza e dirimere le controversie. La legislazione avrebbe implicato ispezioni mirate di rifiuti industriali, sostanze chimiche pericolose, tossine nell’aria e inquinamento delle acque sotterranee. Ma durante la crisi economica, molti Stati europei hanno tagliato i servizi di controllo, al punto che in Belgio, ad esempio, sono rimasti solo due funzionari impegnati a far rispettare le regole di ispezione.
Secondo il Guardian, questa resa incondizionata delle istituzioni deriva da una presa di coscienza: la criminalità ambientale in Europa è diventata troppo grande da affrontare. Il terreno di 2.5 milioni di siti europei è contaminato, spesso dal dumping illegale secondo una ricerca della Commissione. I costi di bonifica sono incalcolabili: si parla di migliaia di miliardi.
Altri 7,4 milioni di tonnellate di rifiuti vengono illegalmente trasportati fuori dell’Unione europea ogni anno, alimentando il fenomeno del dumping nei Paesi in via di sviluppo. L’Interpol stima il valore del commercio illegale di fauna selvatica e del legno tra i 70 e i 213 miliardi di dollari l’anno.
Romania, Ungheria, Grecia e Spagna non hanno ancora implementato un regolamento europeo, emanato 5 anni fa, sul legname proveniente da deforestazione illegale.
Oggi l’Unione europea abdica definitivamente, stando all’esclusiva del Guardian, al suo ruolo di tutela dell’ambiente e della fauna. La proposta di direttiva avrebbe fatto in modo che le autorità competenti fossero in grado di svolgere controlli in tutti i Paesi europei in modo coordinato, tessendo una rete anti-criminalità ambientale che oggi ha maglie tanto larghe da lasciar passare qualsiasi cosa.