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Europarlamento: verso un’Europa 2050 a 0 emissioni ma senza trucchi

Gli eurodeputati del Comitato Ambiente promuovono solo due degli 8 scenari di decarbonizazzione a lungo termine proposti da Bruxelles per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi

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Per i parlamentari dell’ENVI è necessario dare priorità alle tecnologie di riduzione diretta delle emissioni

(Rinnovabili.it) – La strategia europea di decarbonizzazione a lungo termine non è abbastanza incisiva. Così la Commissione Ambiente (ENVI) dell’Europarlamento bolla la proposta presentata da Bruxelles a novembre 2018 per raggiungere l’obiettivo climatico a lungo termine dell’Accordo di Parigi. Solo due degli otto percorsi elaborati dall’esecutivo UE consentirebbero realmente di raggiungere la neutralità climatica, ossia la condizione in cui il saldo dei gas serra rilasciati nell’atmosfera è minore o uguale a zero. Peccato che entrambi, sottolineano gli eurodeputati, infatti, dipendono, in larga misura, dalle tecnologie di assorbimento del carbonio, comprese le tecniche di cattura e stoccaggio del carbonio e le tecniche DAC (cattura direttamente dall’atmosfera), la cui fattibilità è ancora da dimostrare.

 

È dunque una sonora bocciatura quella arriva dalla Commissione Ambiente all’indirizzo delle tecnologie di CCS (Carbon Capture and Storage). Nella risoluzione ENVI, approvata ieri con 49 voti favorevoli, 6 contrari e 6 astensioni, gli eurodeputati sottolineano la necessità di intraprendere ulteriori azioni entro il 2030 affinché l’Unione eviti di affidarsi a tecnologie di assorbimento del carbonio che comporterebbero considerevoli rischi per gli ecosistemi, la biodiversità e la sicurezza alimentare, come confermato dalla relazione dell’IPCC sul riscaldamento di 1,5°C”. Piuttosto Bruxelles dovrebbe dare priorità alle riduzioni dirette delle emissioni e al miglioramento dei pozzi e serbatoi di carbonio naturali (come le foreste), considerando la rimozione artificiale del carbonio come una soluzione estrema, da utilizzare solo laddove non siano disponibili altre opzioni.

 

Per non mancare la meta 2050, però, l’Europa dovrebbe fin da subito innalzare il livello di ambizione per il 2030 e, al fine di continuare a garantire una maggiore stabilità dei mercati, definire un ulteriore obiettivo intermedio di riduzione delle emissioni per il 2040.

La risoluzione sottolinea anche la necessità di esaminare quanto prima opzioni politiche volte ad affrontare rapidamente le emissioni di metano e quelle del settore trasporti. Gli eurodeputati sono anche concordi che l’UE debba iniziare a sviluppare un modello affidabile volto a misurare le incidenze climatiche del consumo europeo nei paesi terzi, quale primo passo verso la riduzione delle stesse.