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Emissioni diesel, pagheranno i cittadini le colpe dell’Italia?

La Commissione UE ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia, per non aver risolto le disfunzioni legate ai test delle emissioni diesel

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Italia alla sbarra: test delle emissioni diesel ancora illegali

 

(Rinnovabili.it) – Se c’è qualcosa di frustrante per i funzionari europei, in questo momento, è la scarsa collaborazione dell’Italia al superamento delle dinamiche che hanno portato allo scoppio dello scandalo delle emissioni diesel. Le autorità italiane, secondo i funzionari dell’UE, non hanno ancora fornito le informazioni aggiuntive richieste per convincere la Commissione che i dispositivi utilizzati in alcuni modelli Fiat Chrysler possano essere considerati legali. Ma è responsabilità degli stati membri, secondo la direttiva direttiva 2007/46/CE, risolvere le non conformità nella produzione di autoveicoli. Cosa che l’Italia non avrebbe fatto.

Per questo oggi Bruxelles ha avviato oggi una causa presso la Corte europea di Giustizia. Si tratta del primo passo verso l’apertura di una procedura di infrazione, che può concludersi con una multa ai danni del nostro paese. E in caso di condanna, sarebbero i cittadini a dover pagare lo scotto della connivenza tra regolatori nazionali ed Fiat Chrysler.

 

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Il nostro paese è ritenuto colluso con la potente industria dell’auto, in particolare con Fiat Chrysler, al punto da aver tagliato i ponti di comunicazione con Bruxelles per quanto riguarda la messa a norma dei dispositivi utilizzati per “taroccare” i dati sulle emissioni. Nel frattempo, la Commissione sta cercando di rivedere la normativa che permette ai regolatori nazionali, senza un controllo terzo, di stabilire la legalità dei test. Una volta ricevuto il via libera in un paese, il veicolo omologato può accedere al mercato europeo. Tutto ciò ha prodotto le disfunzioni e le intese sottobanco che sono esplose con il dieselgate, al punto che Bruxelles non ha più potuto chiudere un occhio. Ma nel tentativo di riformare il comparto dei controlli, assumendo parte delle competenze, incontra la ferma opposizione degli stati membri, tra cui l’Italia, tenuti sotto pressione dalle lobby dell’industria.

Nemmeno tra di loro i paesi vanno d’accordo: nonostante i problemi con la sua ammiraglia Wolkswagen, la Germania ha accusato Fiat Chrysler di utilizzare un dispositivo illegale per allentare il controllo delle emissioni dopo 22 minuti, un tempo appena superiore ai test ufficiali. L’Italia ha respinto le accuse di aver truccato alcuni veicoli: la Fiat 500X, il Doblo e le Jeep Renegade.

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