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Emissioni: la Cina ha raggiunto il picco senza dirlo a nessuno?

Le emissioni cinesi potrebbero aver già imboccato il trend discendente da due anni. Eppure potrebbe autorizzare 210 nuovi impianti a carbone

Emissioni la Cina ha raggiunto il picco senza dirlo a nessuno

 

(Rinnovabili.it) – Le emissioni della Cina potrebbero già aver raggiunto il picco, ma forse nessuno se n’era accorto. L’anno fatidico dell’inversione di tendenza potrebbe essere stato il 2014. Da allora, sebbene il problema dell’inquinamento a livello locale sia ancora più che vivo, su scala nazionale il Paese potrebbe aver iniziato a scendere la china del carbonio.

L’ipotesi ottimistica viene da uno studio co-redatto dall’economista Nicholas Stern. La ricerca sostiene che la marcia indietro potrebbe essere stata innestata prima ancora che i leader cinesi rendessero pubblici gli impegni climatici.

Le emissioni del dragone sembrano in costante calo da due anni, in un trend dovuto in parte al rallentamento della crescita economica, e in parte alle politiche governative di incentivazione delle energie rinnovabili (senza dimenticare il nucleare). A questo vanno accostati gli sforzi di riduzione dell’inquinamento atmosferico, una piaga ancora dolorosa che lacera il tessuto sociale.

Al vertice sul clima di Parigi, la Cina, seconda economia del mondo e primo emettitore di gas serra, ha promesso di organizzare la transizione in modo da raggiungere il picco delle sue emissioni entro il 2030.

 

Emissioni la Cina ha raggiunto il picco senza dirlo a nessuno 2Nel nuovo rapporto, Stern sostiene che se le emissioni cinesi non hanno già raggiunto l’apice, potrebbero arrivarci comodamente entro il prossimo decennio, consentendo al Paese di mantenere le promesse fatte alla COP 21.

Il calo nel consumo di carbone del 2014, secondo i dati forniti dal governo, sono proseguiti nel 2015. Il carbone bruciato dai cinesi nel 2015 sarebbe il 3,7% in meno rispetto al 2014, anno in cui era stato annunciato un calo del 2,9% sul 2013.

Ma le cifre, diffuse dal National Bureau of Statistics (NBS), hanno ricevuto una accoglienza tiepida da parte di molti osservatori (non da Lord Stern, a quanto pare). Innanzitutto, non viene indicato un totale ma soltanto una misura percentuale. E poi è ancora nitida, nella memoria di tutti, l’ultima denuncia del New York Times, che a novembre ha scoperto che il consumo di carbone in Cina è sottostimato dal 2000 e soprattutto negli ultimi anni. Rispetto a quanto dichiarato per il 2013, il Paese avrebbe consumato il 17% in più (4,2 miliardi di tonnellate in totale).

Inoltre, un rapporto di Greenpeace ha appena denunciato l’imminente autorizzazione per 210 nuovi impianti a carbone nel Paese.