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Emendamento Kigali, così il mondo continua la lotta contro i gas serra

È entrato in vigore il 1° gennaio 2019  il celebre emendamento al protocollo di Montreal. Obiettivo: ridurre la produzione e il consumo di idrofluorocarburi

Emendamento Kigali

 

Se pienamente supportato l’Emendamento Kigali può evitare fino a 0,4 °C di riscaldamento entro la fine del secolo

(Rinnovabili.it) – È entrato in vigore il 1° gennaio 2019 l’Emendamento Kigali. Ultima revisione del celebre Protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, l’emendamento contiene un preciso impegno: continuare la lotta contro il riscaldamento globale. Questo aggiornamento del trattato internazionale, l’ottavo in ordine cronologico, si concentra sugli HFC o idrofluorocarburi chiedendo ai ratificatori dell’atto di ridurne produzione e uso in maniera progressiva. Si tratta di composti organici utilizzati come refrigeranti nei condizionatori che, dopo l’applicazione del Protocollo di Montreal, hanno sostituito in maniera diffusa i principali responsabili del buco dell’ozono: i clorofluorocarburi (CFC) e gli idro-clorofluorocarburi (HCFC).

 

Perché è fondamentale ridurne l’uso? Perché sebbene gli HFC non abbiano un effetto dannoso sullo strato di ozono, sono gas serra estremamente potenti con effetti sul riscaldamento globale molto più intensi del biossido di carbonio. Nel 2009 uno studio ha calcolato che una rapida eliminazione degli idrofluorocarburi potrebbe potenzialmente impedire l’equivalente di 8,8 Gt di CO2 rilasciate nell’atmosfera all’anno entro il 2050.

 

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Adottato nel 2016, l’Emendamento Kigali è entrato in vigore quest’anno dopo la ratifica di almeno 65 Paesi. A quanti hanno convalidato l’atto si chiede di ridurre la produzione e consumo di HFC di almeno l’80 per cento nei prossimi 30 anni. Le parti hanno messo in atto modalità pratiche per la sua attuazione, compresi accordi sulle tecnologie per la distruzione degli HFC e nuovi requisiti e strumenti di segnalazione dei dati. L’emendamento include disposizioni per il rafforzamento delle capacità dei paesi in via di sviluppo e lo sviluppo di strategie nazionali che studino anche alternative ecologiche.

 

Secondo gli esperti, se completamente implementato, il Kigali Amendment potrebbe evitare fino a 0,4 °C di riscaldamento globale entro la fine di questo secolo. «La graduale riduzione degli HFC nell’ambito dell’emendamento Kigali  – scrive l’Agenzia ambientale dell’ONU (UNEP) – può anche aprire una finestra per riprogettare le apparecchiature di raffreddamento che siano più efficienti dal punto di vista energetico, aumentando ulteriormente i guadagni climatici».

 

L’attuazione dei nuovi obiettivi definiti nell’emendamento sarà effettuata in tre fasi; partiranno quest’anno i paesi sviluppati che saranno seguiti da un primo gruppo di nazioni in via di sviluppo nel 2024 e da un secondo gruppo nel 2028.

 

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