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L.Bilancio, Legambiente: “Emendamento End of waste controproducente”

Per l’associazione ambientalista l’emendamento end of waste sul riciclo dei rifiuti, nella sua forma attuale, rischia di aumentare il flusso in discarica o negli inceneritori invece di incentivare il riciclo

Legge di Bilancio, Legambiente: “End of waste controproducente”

 

Il testo sull’End of waste presente nella Legge di Bilancio voluto per stabilire rapidamente quando un rifiuto cessa di essere considerato tale

 

(Rinnovabili.it) – L’ultima versione dell’emendamento end of waste contenuto nella legge di bilancio, approdata in Senato lo scorso 10 dicembre, non convince Legambiente. L’associazione ambientalista, infatti, boccia il testo così come è scritto nella sua forma attuale ritenendo che esso anziché incentivare il riciclo dei rifiuti, aumenti il flusso in discarica o negli inceneritori. “Anche se da una parte fa salve le autorizzazioni già rilasciate in base al vecchio decreto ministeriale del 5 febbraio 1998 sul recupero rifiuti – ha dichiarato in una nota il Presidente di Legambiente Stefano Ciafaninon tiene però conto dell’innovazione tecnologica sul riciclo che è maturata negli ultimi venti anni e che non verrebbe agevolata con la norma in via di approvazione”.

 

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Il provvedimento in questione era stato annnciato quest’estate dal Governo. Lo scopo è di agevolare la “cessazione della qualifica di rifiuto” per tutti quei prodotti che restano fuori dalla filiera del riciclo perchè in attesa di specifici decreti ministeriali di End of Waste. Decreti il cui iter è molto lungo: parte dal Dicastero dell’Ambiente, approda a Bruxelles per essere vidimato, per poi tornare al mittente per la sua pubblicazione. Il nuovo emendamento alla Legge di Bilancio – presentato dai senatori pentastellati –  cerca, almeno in teoria, di rendere più veloce questo passaggio, sostenendo meccanismi per la cessazione della qualifica di rifiuto «caso per caso».

 

Recita l’emendamento sull’End of Waste

«431-bis. All’articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo il comma 5 sono aggiunti i seguenti commi: ”5-bis. Per ciascuna tipologia di rifiuto, fino alla data di entrata in vigore del relativo decreto di cui al comma 2, e comunque nel rispetto dei criteri generali dettati con il decreto di cui al comma 5-ter, i criteri specifici di cui al comma 1 possono essere stabiliti per il singolo caso, nel rispetto delle condizioni indicate nel comma 1, tramite autorizzazioni rilasciate ai sensi degli articoli 208, 209 e 211 e delle disposizioni contenute nel titolo III-bis della parte seconda del presente decreto.

 

5-ter. Con decreto adottato ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400 entro il termine di nove mesi dall’entrata in vigore della presente legge, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare individua i criteri generali, concernenti un elenco di rifiuti con indicazione dei relativi codici EER ai fini del rilascio delle autorizzazioni di cui al comma 5-bis, con particolare riferimento alle verifiche sui rifiuti in ingresso nell’impianto in cui si svolgono tali operazioni ed ai controlli da effettuare sugli oggetti e sulle sostanze che ne costituiscono il risultato”.

 

Ma il testo, la cui versione cambia significativamente da quella inserita (e poi cancellata) nel Dl Semplificazioni, ha difficolta a centrare il problema. “Se l’emendamento venisse approvato così come è stato scritto – ha aggiunto Ciafani – non risolverebbe il problema del blocco delle autorizzazioni degli impianti di riciclo con il rischio di aumentare i flussi a incenerimento e nelle discariche, invece, che indirizzarli a recupero di materia“. Da qui la richiesta al Ministro Costa di intervenire affinché si riprenda in considerazione la versione che era stata prevista nel Decreto Semplificazioni da cui è stata tolta, per far decollare l’economia circolare in Italia, già una realtà in diversi territori. Ieri in un lancio l’agenzia di stampa Public Policy ha riferito che, pur con approcci diversi, ma con il comune obiettivo di accelerare i tempi di definizione dei criteri end of waste, la maggioranza sta cercando di fare squadra, motivo per cui alla manovra, attualmente in Commissione Bilancio al Senato, potrebbe arrivare una riformulazione dell’emendamento.