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EEA: azoto e PM10 avvelenano l’aria europea

Nonostante l'inquinamento dell'aria europea sia diminuito tra il 1990 e il 2009, rimangono ancora elevate le concentrazioni di gas nocivi per la salute

(Rinnovabili.it) –  L’aria che si respira in Europa è avvelenata principalmente da ozono e particolato. I dati rilasciati dall’EEA (European Environment Agency) all’interno del nuovo Rapporto “Europe Air Quality 2011” hanno però confermato che nonostante la qualità dell’aria nel periodo analizzato (1990-2009) sia meno inquinata, rimangono ampi i margini di miglioramento visto che le concentrazioni di alcuni gas nocivi sono rimaste stabili nonostante gli sforzi di riduzione e le politiche ambientali.

Ozono troposferico e particolato risultano gli inquinanti più problematici per la salute umana, sono infatti riconosciuti come la causa principale e di malattie cardiovascolari e polmonari, oltre che di decesso prematuro. Alla flora invece i maggiori danni causati dall’inquinamento sono legati all’eccessiva presenza di azoto, che porta all’eutrofizzazione delle piante sia acquatiche che terrestri. Al pari l’ammoniaca (NH3) derivante dal settore agricoltura e gli ossidi di azoto (NOx) prodotti dalla combustione sono tra le principali cause di eutrofizzazione e acidificazione.

“La qualità dell’aria in Europa sta generalmente migliorando, ma le concentrazioni di alcuni inquinanti sono ancora un pericolo per la salute delle persone” ha dichiarato Jacqueline McGlade direttore esecutivo dell’EEA. “Per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria abbiamo bisogno di usare diverse politiche e misure. Queste potrebbero includere la riduzione dei livelli di emissioni alla fonte, una migliore pianificazione urbana per ridurre l’esposizione delle persone e alcunii cambiamenti dello stile di vita a livello individuale “.

Nello specifico il documento dell’Agenzia descrive la presenza di particolato speficando che il 20% della popolazione europea vive in aree dove vengono superati costantemente i limiti di PM10 . Per i 32 paesi europei la percentuale tocca addirittura il 39% e la situazione, nonostante i limiti imposti dall’Organizzazione mondiale della Sanità, non accenna a migliorare.

Per l’ozono, che non viene emesso direttamente bensì rilasciato a seguito di particolari reazioni chimiche tra diversi gas, la situazione è simile. Nonostante siano state limitate le attività antropiche che lo causano i livelli di emissione non sono variati all’interno del ventennio di riferimento. Circa il 17% dei cittadini europei vive in aree dove vengono superati i limiti di concentrazione dell’ozono che se, calcolato sull’intera popolazione urbana dei 32 paesi del continente influisce sulla qualità della vita dei 2/3 degli abitanti totali.

Non va meglio per l’anidride solforosa, né per il biossido di azoto mentre i metalli pesanti risultano in basse concentrazioni in tutta l’Europa. Nonostante questo non bisogna abbassare la guardia visto che arsenico, cadmio, piombo e nichel possono accumularsi nel suolo e negli organismi contaminandoli.