Rinnovabili •

Ecuador: sì alla deforestazione, no alla cooperazione ambientale

Correa sceglie la deforestazione e blocca il volo di una delegazione tedesca intenzionata a verificare l’uso dei fondi per la cooperazione ambientale

Ecuador sì alla deforestazione no alla cooperazione ambientale

 

(Rinnovabili.it) – L’Ecuador ha bloccato un accordo di cooperazione ambientale con la Germania del valore di circa 43 milioni di euro dopo che una delegazione tedesca ha cercato di visitare un’area di amazzonia data in pasto di recente alla deforestazione per le trivellazioni petrolifere.

«Se pensano di avere il diritto di dubitare della parola del governo dell’Ecuador sulla questione della Yasuni solo perché stanno elargendo fondi, daremo loro i soldi indietro con gli interessi», ha detto imbronciato il ministro degli Esteri, Ricardo Patino.

 

Ma i tedeschi avevano ogni ragione per voler sbirciare da vicino quel che accade nelle foreste del Paese sudamericano. Il tentativo è stato fatto all’inizio del mese, con una delegazione intenzionata a visitare la zona di Yasuni per osservare le operazioni petrolifere, parlare con gli attivisti che si oppongono alla deforestazione e verificare come si stavano utilizzando i fondi tedeschi. Ma Rafael Correa, presidente ecuadoriano, ha bloccato il loro viaggio.

Tutto nasce da un appello che, proprio Correa, ha lanciato nel 2007, chiedendo ai Paesi ricchi di donare 3,6 miliardi dollari per aiutare a proteggere l’area di foresta pluviale nota come Yasuni. In cambio, prometteva di non consentire il via libera alle trivellazioni sotto di essa. Se voi pagate il mantenimento della foresta, noi non la raderemo al suolo, in sostanza. Il presidente però, nel 2013 ha revocato il piano, autorizzando le esplorazioni dopo che i fondi garantiti non avevano raggiunto la quota desiderata.

 

Ecuador sì alla deforestazione no alla cooperazione ambientale-

 

La zona della giungla Yasuni è un nocciolo di biodiversità, con una varietà di fauna tra le più alte del pianeta. Rafael Correa aveva promesso non sarebbe stata danneggiata dalla produzione di petrolio, che ora è prevista invece già per il 2016. Forse le trivelle rendono più degli aiuti sull’ambiente, sta di fatto che il governo ora fa sapere che «l’Ecuador conclude ogni forma di cooperazione con la Germania sulle questioni ambientali».

Germania ed Ecuador avevano firmato accordi di cooperazione per 36 milioni di euro, volti a proteggere la Yasuni. Altri 7 milioni di euro sono stati invece stanziati per finanziare altri progetti ambientali. I fondi per Yasuni non erano ancora stati erogati, mentre il denaro per gli altri progetti sarà restituito nei prossimi giorni, ha garantito il ministro degli Esteri, Patino.

 

L’Ecuador, negli ultimi, anni ha interrotto una serie di accordi internazionali, in particolare con gli Stati Uniti, sempre citando la necessità di difendere la propria sovranità. Contemporaneamente alle aperture nei confronti delle compagnie petrolifere, il Paese è diventato sempre più pericoloso per l’attivismo ambientale. A inizio dicembre è stato assassinato, incaprettato e seppellito José Tendetza, famoso leader della protesta indigena. Gli attivisti denunciano una complicità del governo.