Gli organizzatori parlano di un "processo morale" - non ha validità giuridica - per dire basta all'attuale modello di sviluppo e raccogliere tutti i crimini commessi dalla multinazionale dell'agrochimica
(Rinnovabili.it) – Violazioni dei diritti umani, crimini contro l’umanità, ecocidio. Sono le accuse con cui più di 500 tra Ong, scienziati, intellettuali, ambientalisti e esponenti della società civile mondiale trascinano Monsanto in tribunale. Un tribunale speciale e senza precedenti, una “Norimberga” per il colosso globale dell’agrochimica fresco di fusione con l’altro gigante, Bayer. È l’International Monsanto Tribunal, che si riunirà questo fine settimana all’Aia per raccogliere testimonianze e dati scientifici provenienti da ogni parte del pianeta sui danni causati all’ambiente e ai cittadini dalla multinazionale. Una scelta simbolica, quella della sede, la stessa della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), il principale organo giudiziario dell’Onu.
Come funziona la “Norimberga” di Monsanto
Non è simbolico, al contrario, l’obiettivo: i promotori, tra cui figura Vandana Shiva, cercano di raccogliere le prove necessarie per portare davvero a processo Monsanto. Il loro tribunale, infatti, non ha alcun riconoscimento giuridico internazionale, quindi non può comminare alcun tipo di pena o sanzione. Ma lo svolgimento delle udienze sarà rigorosamente ricalcato sulle procedure della Corte dell’Aia, proprio per dare più legittimità all’evento.
Giudici di caratura mondiale presiederanno le udienze e raccoglieranno le testimonianze, per poi mettere nero su bianco un parere legale consultivo (sempre secondo le procedure dell’ICJ). Tra le personalità chiamate a deporre figurano dottori argentini, apicoltori messicani, tossicologi e scienziati da 15 Paesi diversi, e l’ex rappresentante speciale dell’Onu per il diritto al cibo Olivier De Schutter. Basterà per farlo diventare il punto di partenza per un processo “vero”?
Contemporaneamente si riunirà anche una Assemblea Popolare, un’occasione per i movimenti sociali, le Ong e tutte le realtà che vi prenderanno parte per fare il punto della situazione e progettare la loro idea di futuro.
I crimini di Monsanto alla sbarra
Per gli organizzatori è un “processo morale”, per Monsanto – che ha declinato l’invito a presenziare e difendersi – si tratta solo di una montatura, uno stratagemma mal riuscito. Ad ogni modo durante le udienze verrà ripercorsa l’intera storia di una delle multinazionali più controverse al mondo: le migliaia di tonnellate di Agente Arancio usate come armi chimiche nella guerra del Vietnam, prodotti tossici come l’onnipresente glifosato, ingrediente principale del diffusissimo erbicida RoundUp, l’uso del bifenile policlorinato (PCB), e poi ancora l’intensa e capillare attività di lobbying, il ruolo nella diffusione mondiale degli Ogm e le pressioni sui negoziati per i trattati sul commercio internazionale, come ad esempio il TTIP.
Le accuse abbracciano un ventaglio di temi vastissimo, che ha il suo perno nell’attuale modello di sviluppo imperante. I promotori del tribunale internazionale li riassumono così: “Monsanto promuove un modello di agro-industria che contribuisce ad almeno un terzo delle emissioni globali di gas serra di origine antropica, è largamente responsabile dell’impoverimento del suolo e delle risorse idriche, dell’estinzione di specie animali e del declino della biodiversità, di milioni di piccoli agricoltori sfollati. Questo è un modello che minaccia la sovranità alimentare delle persone brevettando i semi e privatizzando la vita”.