Il tribunale ha riconosciuto che al primo agosto 2012 la situazione sul territorio non era conforme alle prescrizioni delle direttive 2008/98 e 1999/31
Un’inchiesta comunitaria aveva rivelato che solo nella provincia di Roma, ogni anno circa 735 000 tonnellate di rifiuti non sono trattati in impianti di trattamento meccanico-biologico (MBT) prima della collocazione in discarica, perché la regione non dispone di una capacità sufficiente in questo settore. E gli inadempimenti, secondo l’analisi dell’esecutivo europeo, continueranno probabilmente fino al 2015. Questa documentazione è stata accolta dalla Corte di Giustizia della UE che, riconoscendone la validità, ha dichiarato ieri l’Italia inadempiente per le discariche di Roma.- Malagrotta, Colle Fagiolara, Cupinoro, Montecelio-Inviolata e Fosso Crepacuore – e delle due discariche del SubAto di Latina ubicate a Borgo Montello.
Nel dettaglio il tribunale ha riconosciuto che al primo agosto 2012 la situazione sul territorio non era conforme alle prescrizioni delle direttive 2008/98 e 1999/31. In quella data, spiegano, infatti, i giudici, non erano state adottate “tutte le misure necessarie per un’adeguata selezione delle diverse frazioni e la stabilizzazione della parte organica, e non era stata creata una rete integrata ed adeguata di impianti di gestione dei rifiuti, tenendo conto delle migliori tecniche disponibili”, evidenziando quindi “un deficit di capacità di trattamento meccanico-biologico”. Ora se il nostro Paese non dovesse adeguarsi alla sentenza, andremmo incontro a due tipi di sanzioni: una somma forfettaria per il periodo che intercorre tra la contestazione dell’inadempimento e la condanna e una penalità giornaliera prevista per ogni giorno di ritardo tra la pronuncia della sentenza e la regolarizzazione della situazione.