Il sistema in esame infatti disattiverebbe i filtri delle emissioni inquinanti dopo 22 minuti, abbastanza per superare i test che di norma durano 20 minuti
(Rinnovabili.it) – L’ennesima puntata del dieselgate ha la forma di una lettera recapitata alla Commissione europea. L’ha spedita alla fine di agosto la Germania e contiene pesanti accuse a Fiat Chrysler. Berlino punta il dito contro un dispositivo – giudicato illegale – che disattiverebbe gli impianti di trattamento dei gas di scarico nei motori diesel. A far trapelare la notizia è il settimanale tedesco WirtschaftsWoche.
Secondo la ricostruzione dei fatti, tutto nascerebbe dall’autorità di controllo automobilistico tedesca, la Kba. Sull’onda del dieselgate, che ha colpito duramente Volkswagen, il maggior produttore in Europa, la Kba ha iniziato una serie di test sulle vetture di diverse case automobilistiche. Il settimanale riporta che l’esito delle verifiche sulle auto Fiat ha fatto emergere sospette irregolarità. In particolare, si leggerebbe nella lettera spedita da Berlino, viene messo sotto accusa uno “speciale catalizzatore di ossido d’azoto che viene disattivato dopo alcuni cicli di pulizia” presente sui modelli Fiat 500X, Fiat Doblò e Jeep Renegade.
La prova che si tratti di uno strumento illegale, creato appositamente per truccare i test, deriverebbe dal suo comportamento. Il sistema in esame infatti disattiva i filtri delle emissioni inquinanti dopo 22 minuti, abbastanza per superare i test che di norma durano 20 minuti. Una volta disattivati, l’ossido di azoto emesso dalle autovetture si attesterebbe a livelli tra le 9 e le 15 volte superiori a quelli previsti dalla legge.
Da quanto riporta il settimanale tedesco, sembra di capire che ci sia stato uno scambio di pareri tra la Kba tedesca e la sua omologa italiana, ma non hanno soddisfatto Berlino. Nella lettera inviata a Bruxelles infatti si leggerebbe che “la Germania non condivide l’opinione dell’autorità italiana di approvazione auto secondo la quale lo strumento per disattivare il sistema di trattamento di gas di scarico sia usato per proteggere il motore”.
Ma potrebbe far riferimento al botta e risposta dello scorso maggio, quando il ministero dei Trasporti tedesco aveva spedito a Roma i risultati della commissione d’inchiesta, mentre il ministro Delrio si era limitato a ribattere che le indagini non avevano mostrato irregolarità di sorta. Un muro contro muro che ora la Germania tenta di aggirare passando da Bruxelles.