La nube tossica provocata dai roghi della deforestazione ha infettato i polmoni di 500 mila persone. Il presidente cerca di riparare con leggi ad hoc
(Rinnovabili.it) – Lo scandalo internazionale della deforestazione in Indonesia ha costretto il presidente, Joko Widodo, a promettere una revisione della normativa che consente agli agricoltori di bruciare la terra disboscata per eliminare alberi e piante rimasti in piedi. Sarà concesso di appiccare il fuoco a soli due ettari di terreno – annunciano i funzionari forestali del governo – nel tentativo di fermare gli incendi che hanno provocato una colossale nube di fumo soffocante in gran parte Sud-Est asiatico.
Il fenomeno, in crescita negli ultimi mesi, è letteralmente esploso questa settimana, obbligando il presidente a cancellare un viaggio ufficiale negli Stati Uniti per dichiarare l’emergenza nazionale. Le emissioni da deforestazione generate dal Paese sono schizzate infatti sopra i livelli di guardia, superando la media giornaliera di tutte le attività economiche degli USA.
Tutto grazie ai buchi di una legge del 2009, che permette ai piccoli agricoltori di utilizzare pratiche di slash-and-burn (“taglia e brucia”) per bonificare il terreno destinato a scopi agricoli. Le grandi industrie del settore, sempre più sorvegliate dai mass media e dai governi, stanno lentamente abbandonando le pratiche più discutibili: in questo vuoto si inseriscono medi imprenditori senza scrupoli che invece utilizzano ampiamente il “taglia e brucia”.
«Il problema è che alcune persone ne approfittano – ha ammesso il ministro dell’Ambiente indonesiano, Siti Nurbaya Bakar –Nella nostra ultima riunione di gabinetto, il presidente ci ha chiesto di rivedere un regolamento che permetta di bruciare massimo due ettari di terreno».
La riforma avrà bisogno di sostegno parlamentare, spiega il ministro: così, le nuove regole potrebbero entrare in vigore solo nel 2016. Nel frattempo, il governo starebbe valutando una normativa di emergenza.
Nel frattempo, Indonesia, Malesia e Singapore sono coperti da nubi tossiche che hanno già infettato i polmoni di 500 mila persone, costretto le scuole a chiudere e cancellato numerosi voli. Le navi da guerra sono in standby in attesa di evacuare i neonati e altri residenti delle zone colpite dai fumi. Gli incendi, spesso deliberatamente appiccati dalle società che gestiscono le piantagioni di olio di palma e dai piccoli proprietari, hanno arso per settimane i boschi e le preziose torbiere nel territorio delle isole di Sumatra e Kalimantan.