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Deforestazione: ci stiamo mangiando 0,3 km2 di foreste al giorno

Negli ultimi dieci anni la capienza del polmone verde delle Terra si è ridotta con una media di 13 milioni di ettari l’anno. I primi a farne le spese sono, come sempre, le comunità indigene

Deforestazione: ci stiamo mangiando 0,3 km2 di foreste al giorno

 

(Rinnovabili.it) – Miniere, piantagioni di olio di palma, industria del legno e grandi progetti stanno premendo l’acceleratore sulle attività di deforestazione. Solo nel 2012 il mondo ha detto addio ad oltre 200 km2 di foresta, aggiungendo a questa ingente perdita ambientale anche serie minacce alla vita di centinaia di milioni di persone che dipendono dagli ecosistemi tropicali, di cui almeno 350 milioni sono indigeni. Un processo distruttivo che non conosce freni e che oltretutto sta anche ostacolando gli sforzi per combattere il riscaldamento globale. A riportare le vere cifre della deforestazione mondiale è il report Securing Forests, Securing rights” di FPP lanciato in questi giorni a Lima in concomitanza con la COP20 sui cambiamenti climatici.

 

Il documento riporta l’analisi delle immagini satellitari che documentano come ogni giorno vengano persi oltre 0,3 km2 di patrimonio forestale. Negli ultimi dieci anni la capienza del polmone verde delle Terra si è ridotta con una media di 13 milioni di ettari l’anno. “L’espansione di industrie come quelle petrolifere, agroalimentari o legate all’olio di palma sono i driver ‘nascosti’ della deforestazione”,  ha affermato Helen Tugendhat, coordinatrice del FPP. E mentre il Brasile fa sapere di aver lanciato il quinto satellite destinato al monitoraggio delle attività di disboscamento in Amazzonia, gli autori del report sottolineano come le comunità indigene che vivono nelle foreste siano in realtà i migliori custodi. Ma la bramosia di crescita economica, aggiunge Tugendhat, rende i governi ansiosi di sfruttare le risorse provenienti dalle zone boschive, provocando lo spostamento delle comunità indigene. Per consentire ai grandi progetti di procedere, questi stessi stati spesso accusano le comunità locali di mal gestire il patrimonio forestale. “Le operazioni commerciali sui terreni boschivi comportano sgomberi, lavoro forzato, arresti arbitrari, stupri, torture e omicidi dei membri delle comunità locali, denuncia il rapporto.

 

La soluzione secondo un secondo documento redatto dal Climate Disclosure Project (Cdp), “Deforestation-free supply chains: From commitments to action”, non è troppo difficile da raggiungere:  per fermare il processo  è necessario collaborare con i fornitori, utilizzare materie prime certificate, ricorrere a metodi di tracciabilità dei prodotti e, soprattutto, colmare il gap che separa la valutazione dei rischi dalle azioni concrete per contrastarli.