Dalla raccolta delle biomasse vegetali alla nuova componente della TARI: il passaggio a Montecitorio modifica il provvedimento che approda oggi in mano al Senato
Approvato con 242 voti favorevoli per il Ddl Salvamare
(Rinnovabili.it) – Fumata bianca per il Ddl Salvamare. Con 242 voti favorevoli, l’Assemblea della Camera ha dato ieri l’ok al provvedimento recante “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare”. Il testo passa così al Senato per quella che il Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, spera possa essere “una rapida approvazione”.
Nel complesso il Ddl Salvamare mira a contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare, sensibilizzando la collettività alla diffusione di modelli comportamentali virtuosi.
L’elemento caratterizzante della nuova legge è la possibilità per le imbarcazioni di consegnare ai porti, in appositi punti di raccolta, i rifiuti accidentalmente pescati in mare o lungo i fiumi, assimilandoli per legge ai rifiuti prodotti dalle navi. Un elemento precluso dalla precedente normativa che obbligava, invece, i pescatori a rigettare in mare la spazzatura, pena salate multe.
Il discorso vale anche, come ha stabilito la Camera, per i rifiuti volontariamente raccolti attraverso campagne di pulizia, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune, che divengono in questo caso equiparabili ai semplici rifiuti urbani. I costi della nuova misura saranno ridistribuiti “su tutta la collettività” tramite una nuova componente inserita nella tassa sui rifiuti. All’ARERA, il compito di definire tale voce nella TARI.
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Il provvedimento era nato con lo specifico obiettivo di arginare il problema della plastica in mare ma il passaggio in Parlamento ha arricchito lo spettro d’azione anche ad “altri materiali non compatibili con l’ecosistema marino e delle acque interne”. In particolare, uno degli ultimi emendamenti presentati in Assemblea prevede anche il recupero delle biomasse vegetali; la modifica introduce per la prima volta la possibilità di raccogliere anche tutto il materiale derivante da piante o alghe, trascinato dai fiumi o spiaggiato dalle mareggiate, per riutilizzarlo anche a scopi energetici.
L’attuale versione del DDL Salvamare stabilisce anche che il Ministero dell’istruzione promuova, nelle scuole di ogni ordine e grado, “la realizzazione di attività volte a rendere gli alunni consapevoli dell’importanza della conservazione dell’ambiente e, in particolare, del mare e delle acque interne, nonché delle corrette modalità di conferimento dei rifiuti. Nelle scuole è inoltre promossa la pratica del riuso dei beni”.
“L’approvazione della legge Salvamare alla Camera – ha commentato il Ministro Costa – ci rende particolarmente felici perché rappresenta un tassello fondamentale per il nostro progetto di liberare il mare dai rifiuti e dalla plastica […] la Commissione Ambiente della Camera ha sostanzialmente migliorato l’impianto normativo e adesso riponiamo le nostre speranze nel Senato per un’approvazione rapida di questa legge importantissima per la salute del mare”.
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C’è chi tuttavia ritiene che il testo non sia ancora perfetto. Secondo il WWF, infatti, il Ddl Salvamare necessita di WWF alcuni correttivi fondamentali. A partire da un chiarimento definitivo su come i rifiuti accidentalmente pescati possano essere equiparati ai rifiuti urbani (come già avviene per quelli rinvenuti sulle spiagge), consentendo di semplificare il loro conferimento a terra, ed evitando così complicazioni procedurali.