Presentato oggi a Venezia nel corso di un evento organizzato dalla Fondazione CMCC e Università Ca’ Foscari “The Lancet Countdown 2019: Tracking Progress on Health and Climate Change”, il rapporto dedicato sul impatti sanitari dei cambiamenti climatici
Quali sono i costi dei riscaldamento globale e del climate change sulla salute?
(Rinnovabili.it) – Il cambiamento climatico ci ha già presentato il conto e l’importo da pagare è salatissimo. A mostrare quali siano i costi del riscaldamento globale e dello stravolgimento del clima sulla società mondiale, soprattutto sotto il profilo sanitario, è oggi The Lancet Countdown 2019: Tracking Progress on Health and Climate Change. Il rapporto, frutto di una collaborazione internazionale e multidisciplinare tra 120 esperti, traccia la relazione tra salute e climate change a livello mondiale, tenendo conto anche delle dimensioni finanziarie ed economiche dei danni climatici. Il documento è stato pubblicato ufficialmente il 13 novembre ma oggi è stato rilanciato nel corso del convegno organizzato dalla Fondazione CMCC e dall’Università Ca’ Foscari, a Venezia, per approfondire i dati italiani.
Nel complesso la situazione globale, ritratta dal Lancet Countdown, appare abbasta grigia: sono aumentate le persone esposte a temperature estreme, incendi e malattie infettive mentre è diminuita ancora una volta la sicurezza alimentare. Nel 2018, i 831 eventi estremi legati al clima hanno comportato perdite economiche per 166 miliardi di dollari e le assicurazioni non hanno coperto perdite misurabili nei Paesi a basso reddito.
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L’Italia non si distingue, purtroppo, per dati migliori. L’intensificarsi degli eventi estremi di questi anni ne è una prova lampante: ondate di calore più intense, periodi di siccità prolungata e inondazioni minacciano regolarmente il Mediterraneo. Come sottolinea Marina Romanello dell’University College di Londra, tra gli autori del rapporto, l’esposizione al calore colpisce severamente questa regione “probabilmente a causa dell’alta porzione di anziani che vivono nelle aree urbane in queste regioni: si tratta di una fascia di popolazione particolarmente vulnerabile a ictus e problemi renali legati ai colpi di calore perché maggiormente affetta da malattie croniche”. Basti pensare che solo nel 2017, l’esposizione alle alte temperature ha comportato anche più di 1,7 milioni di ore di lavoro perse in Italia, di cui oltre la metà nel comparto agricolo.
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A preoccupare è anche l’idoneità climatica alla diffusione di malattie infettive tropicali. Un clima più caldo significa infatti una una vita più lunga e una maggiore diffusione di insetti potenzialmente pericolosi. Nel Belpaese, ad esempio, la capacità delle zanzare di farsi vettori del virus Dengue è raddoppiata dal 1980 a oggi.
“La produttività del lavoro in Europa risentirà dei cambiamenti climatici, con un calo nell’ordine dell’11,2 per cento nel settore agricolo e dell’8,3 per cento in quello industriale entro il 2080” ha aggiunto Shouro Dasgupta, ricercatore presso CMCC@Ca’Foscari, con un intervento sugli impatti economici derivanti dal legame tra cambiamenti climatici e salute. “Gli impatti sull’Italia sono anche maggiori, con una riduzione rispettivamente del 13,3 per cento e dell’11,5 per cento. È importante sottolineare che i cambiamenti climatici, oltre a danneggiare l’economia italiana con un calo del PIL dell’8,5 per cento al 2080, aumenteranno anche le disparità di reddito interne al paese, aggravando il divario Nord-Sud: tutto ciò avrà implicazioni significative per la salute”.