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Il mondo si prepara alla COP25, con un monito della Spagna

La conferenza ONU servirà soprattutto come pungolo per aumentare le ambizioni dei diversi stati rispetto alla finalizzazione e all’aggiornamento dei rispettivi piani nazionali di azione sul clima, da presentare entro la fine di quest’anno. Secondo la ministra spagnola Ribera, serve un sistema commerciale globale per le emissioni di carbonio guidato dalle Nazioni Unite

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Credits: Chickenonline da Pixabay

Dal 2 al 13 dicembre, si terrà a Madrid la 25° Conferenza ONU sul Clima. La ministra spagnola per l’Energia avverte: “La COP25 non è una fiera”

 

(Rinnovabili.it) – Dopo qualche incertezza sullo stato che avrebbe ospitato il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la prossima COP25 si svolgerà in Spagna, a Madrid, sotto la presidenza del governo cileno e con il supporto logistico del governo spagnolo. Dal 2 al 13 dicembre, dunque, il mondo si siederà a un tavolo per definire i passi cruciali nel processo di mitigazione e adattamento al climate change, cercando di trovare la strada migliore per l’attuazione e la piena operatività dell’Accordo di Parigi.

 

La conferenza ONU, soprattutto, servirà come pungolo per aumentare le ambizioni dei diversi stati rispetto alla finalizzazione e all’aggiornamento dei rispettivi piani nazionali di azione sul clima (gli NDC), da presentare entro la fine di quest’anno. Le attività cruciali e più significative saranno portate avanti in diversi settori e ambiti tematici, quali la finanza, la trasparenza amministrativa, l’agricoltura, la tecnologia, il settore dello sviluppo, la salvaguardia delle popolazioni indigene, le città, gli oceani e le questioni di genere.

 

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Oltre alla venticinquesima Conferenza delle Parti (COP25), l’incontro delle Nazioni Unite includerà la quindicesima sessione della Conferenza delle Parti del Protocollo di Kyoto (CMP15) e la seconda sessione della Conferenza delle Parti dell’Accordo di Parigi (CMA2).

 

Tra gli eventi più interessanti che si terranno nella cornice della COP25, si ricordano il Climate Action Studio Event, vale a dire la presentazione di una piattaforma in grado di mostrare le azioni intraprese dai singoli stati per la lotta contro i cambiamenti climatici; l’Action Hub Event, cioè l’inaugurazione di uno spazio polifunzionale dedicato ad associazioni, ong e attori economici, in cui verranno presentati i diversi progetti sul clima lanciati nel mondo; e, infine, la Conferenza sulle tematiche di genere, dedicata alla sensibilizzazione sulla condizione delle donne e nata per evidenziare il loro contributo nell’azione per il clima.

 

E proprio da una donna, in attesa dell’evento di inaugurazione della COP25, arriva un severo monito ai paesi che parteciperanno al vertice ONU. Teresa Ribera, ministra spagnola per l’Energia e l’Ambiente, ha infatti denunciato a Reuters la silenziosa complicità di alcune nazioni relativamente alla crisi ambientale, affermando che l’imminente Conferenza delle Nazioni Unite “non deve trasformarsi in una fiera.

 

“Questa non è una vetrina per decidere chi sta facendo di più. Si tratta piuttosto di consolidare ciò che viene fatto per essere in grado di fare di più”, ha detto Ribera. Oggetto della critica del ministro sono, senza alcun dubbio, il presidente USA Donald Trump e il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, il primo colpevole di aver dato avvio al processo di revoca degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi, il secondo colpevole di aver accelerato la distruzione della foresta pluviale amazzonica. “Negli ultimi anni non è stato facile lavorare con il Brasile su questo argomento”, ha sottolineato Ribera, avvertendo che perdere la foresta amazzonica equivarrebbe a far esplodere un’enorme “bomba al carbonio”.

Anche la Cina, il più grande produttore di CO2 al mondo, non è esente dalle critiche della ministra spagnola: la potenza asiatica, infatti, pur non avendo rilasciato dichiarazioni ufficiali contro l’Accordo di Parigi, sta di fatto riportando in vigore progetti relativi a nuove centrali a carbone. A questo proposito, ciò che si augura Ribera è la nascita di un sistema commerciale globale per le emissioni di carbonio guidato dalle Nazioni Unite, anche se dovesse richiederebbe molto tempo e lunghe negoziazioni: “le cose stanno cambiando”, ha concluso la ministra, “il mondo reagisce in fretta e noi dobbiamo rispondere.

 

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