Rinnovabili • cop24-katowice-onu Rinnovabili • cop24-katowice-onu

Cambiamenti climatici: nuvole sulla COP 24

Il contesto piuttosto teso in cui si è aperta la COP 24 vede stime degli esperti sul clima per nulla rassicuranti, Trump che vuole uscire dall’accordo di Parigi e Macron che minaccia il Brasile che se farà lo stesso, salterà l’accordo commerciale UE-America Latina

cop24-katowice-onu

 

P. Espinosa, in apertura della COP 24: “Minaccia posta all’umanità da cambiamenti climatici mai stata così grave”

 

(Rinnovabili.it) – Siamo l’ultima generazione che può fermare i cambiamenti climatici e la prima a subirne gli effetti. Si è aperta con questo avvertimento la COP 24, la conferenza ONU sui cambiamenti climatici che vede la partecipazione di quasi 200 nazioni del mondo, accorse in Polonia a Katowice per le due settimane di negoziati, dove si dovrà concordare le regole per la realizzazione degli Accordi di Parigi. I negoziati si svolgeranno in un contesto piuttosto teso. Da una parte, le stime degli esperti per nulla rassicuranti, che hanno rilevato un aumento delle temperature (gli ultimi 4 anni sono stati tra i più caldi) e delle emissioni globali; ricordiamo che l’IPCC ha raccomandato di aumentare di cinque volte l’azione per il clima per limitare il riscaldamento globale. Dall’altra, invece, un contesto politico sfidante, che vede Trump negare il cambiamento climatico e ribadire l’intenzione degli Stati Uniti di uscire dall’Accordo di Parigi, e Macron minacciare il Brasile che, se farà lo stesso, salterà l’accordo commerciale tra l’UE e l’America Latina. A preoccupare ulteriormente alcuni osservatori, ci sarebbe anche l’ospitalità del vertice da parte di un governo, quello polacco, favorevole al carbone e che ha addirittura permesso a due compagnie del carbone di sponsorizzare il summit. Una mossa che il direttore di Greenpeace nell’Europa centrale e orientale, Robert Cyglicki, considera “il peggior segnale possibile nel peggior momento possibile”.

 

>>Leggi anche COP 24: ecco il decalogo dell’ONU<<

 

Anche quanto registrato al G20 di Buenos Aires della scorsa settimana non contribuisce ad allentare la tensione internazionale. Le conclusioni del vertice hanno visto 19 membri confermare che l’Accordo di Parigi sia irreversibile e impegnarsi per la sua piena attuazione, continuando ad affrontare i cambiamenti climatici e a promuovere al contempo lo sviluppo sostenibile e la crescita economica. Ma in un paragrafo separato del comunicato finale, gli Stati Uniti ribadiscono la volontà di ritirarsi dall’Accordo di Parigi e di continuare a sostenere carbone ed energia nucleare. Gli Stati Uniti hanno anche sospeso i 2 miliardi di dollari con cui si erano impegnati a sostenere il Green Climate Fund, rendendo di fatto più difficili i negoziati di Katowice, dato che i finanziamenti dai paesi sviluppati ai paesi in via di sviluppo, per aiutarli a far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici, sono fondamentali per l’attuazione dell’Accordo di Parigi.

 

Poi c’è la questione francese. Il presidente Macron ha avvertito che si opporrà a un accordo commerciale tra l’UE e il Mercosur se anche il Presidente di estrema destra del Brasile, Jair Bolsonaro, ritirerà il suo paese dall’Accordo di Parigi. Sebbene in seguito abbia fatto un passo indietro nel suo impegno di rispecchiare la decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’attuale posizione di Bolsonaro non è ancora ben definita prima di assumere la carica a gennaio. Pare che Bolsonaro, che è stato etichettato come il Trump sudamericano, abbia dato precise istruzioni al suo futuro ministro degli esteri per annullare i piani. Se il Brasile abbandonasse l’Accordo, il suo posto potrebbe essere preso dall’Argentina, una situazione che non avrebbe poche ripercussioni sul piano internazionale.

 

Sul piano europeo, invece, gli sforzi dell’UE per attenersi all’Accordo di Parigi si sono cristallizzati la scorsa settimana, quando la Commissione europea ha pubblicato la sua strategia a lungo termine per il 2050. La palla ora è passata ai leader nazionali, che dovranno decidere quale degli otto scenari della strategia sia l’opzione migliore, anche se gli esperti climatici insistono sul fatto che l’UE dovrebbe produrre emissioni nette zero entro il 2050 al più tardi per aderire all’Accordo.

 

Ad aprire i lavori della COP 24 è stato il Segretario esecutivo della Convenzione quadro ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC), Patricia Espinosa, che ha ribadito quanto la minaccia posta all’umanità dai cambiamenti climatici non è mai stata così grave. “La comunità internazionale deve fare molto di più – ha detto – e la COP 24 deve renderlo possibile”.