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Cop 14 sulla desertificazione: Costa lancia il progetto “Grande Muraglia Verde”

Iniziano oggi a Nuova Delhi i lavori della Cop14 sulla desertificazione: dal Ministro italiano dell'ambiente lo spunto per rilanciare ambiente e occupazione (e rallentare i flussi migratori) nei Paesi del Sahel.

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Foto credit Alessandro Vasaturo / flickr

Circa 3,2 miliardi di persone sono colpite dagli effetti della desertificazione

 

(Rinnovabili.it) – Aperti a Nuova Delhi, in India, i lavori della Cop 14 sulla desertificazione: 196 le delegazioni presenti, oltre 8 mila i partecipanti previsti per discutere le migliori forme d’investimento sostenibile sui territori colpiti da siccità, inondazioni, perdita di biodiversità e inaridimento e portare a realizzazione gli obiettivi dell’Agenda 2030.

 

Cinque giorni di lavoro da cui gli esperti invitati alla Cop 14 contano di profilare le linee guida in materia sulla gestione e il ripristino di territori desertificati, lo sviluppo di schemi internazionali d’assistenza alle popolazioni colpite, il miglioramento della qualità della vita per le comunità stanziate in aree soggette a desertificazione, ma anche sul coinvolgimento del settore finanziario privato e la sinergia tra soggetti e agenzie pubbliche.

 

In questo contesto, il Ministro italiano dell’Ambiente, Sergio Costa, fresco di riconferma nel Governo Conte bis, ha rilanciato l’idea di un grande “muro verde” come strumento utile per gestire l’emergenza migranti proveniente principalmente dal Nord Africa: “Nella storia dell’umanità i muri sono legati ad una immagine negativa di divisione e separazione– scrive il Ministro nel primo comunicato stampa dalla Cop14 – Non è questo invece il caso del piano visionario, che l’Italia intende appoggiare, della ‘grande muraglia verde’, un’opera unica composta da tanti progetti con l’obiettivo di fermare la desertificazione e riportare alla vita terre e territori”.

 

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“Le siccità persistenti, la mancanza di cibo, i conflitti per la scarsità di risorse portano a flussi migratori sempre maggiori e nessun muro di cemento potrà contenerli – aggiunge Costa – L’obiettivo è quello di portare linfa ai luoghi maggiormente colpiti dalla desertificazione: penso alla fascia del Sahel in Africa, uno dei luoghi più poveri del pianeta e più drammaticamente colpiti dai cambiamenti climatici”.

 

“Per affrontare la crisi climatica abbiamo bisogno che tutti i Paesi facciano la loro parte. Noi, come Paese Italia a nostra volta colpiti in alcune regioni dalla desertificazione, mettiamo a disposizione progettualità e tecnologie made in Italy, per sviluppare interventi per il recupero di 20 mila ettari di aree nel Sahel degradate – spiega il ministro – Queste terre potranno così tornare fertili e coltivabili dando la possibilità a 300 mila persone di beneficiare di nuove fonti di reddito, e quindi offrendo loro un’alternativa, affinché non siano più obbligate ad abbandonare i loro territori”.

 

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