Gli esperti avvertono: la quantità di anidride carbonica presente in atmosfera rimarrà per diversi decenni
(Rinnovabili.it) – Nuovo brutto record per la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera. Il 18 aprile, il Mauna Loa Observatory, la più antica stazione di rilevamento di CO2 al mondo, ha registrato per la prima volta una lettura superiore a 410 parti per milione: un valore che la Terra non vedeva da milioni di anni e il cui contributo principale arriva in questo caso direttamente dalle attività umane.
Non si tratta di una sorpresa: all’inizio di quest’anno il Met Office aveva lanciato l’allarme: gli scienziati britannici avevano non solo previsto il superamento delle 410 ppm, ma avevano anche ipotizzato che il dato diventasse la nostra nuova normalità a partire da maggio 2017. D’altra parte, la rapidità con cui la concentrazione dei gas serra sta crescendo è ormai cosa nota. Secondo la NASA, il biossido di carbonio in atmosfera sta aumentando 100 volte più velocemente rispetto alla fine dell’ultima era glaciale. “Si tratta di un vero e proprio shock per l’atmosfera”, ha spiegato lo scorso mese Pieter Tans della National Oceanic and Atmospheric Association.
Nel 1780, verso l’inizio della rivoluzione industriale, i livelli di CO2 erano di appena 280 ppm. Nel 1958, quando l’osservatorio di Mauna Loa iniziò a registrare le prime letture, la cifra era già a circa 315 ppm. Da allora al settembre dello scorso anno, quando il mondo ha superato definitivamente la soglia simbolo di 400 ppm, sono passati appena 59 anni. E “definitivamente” significa che in tutto il 2016 non vi è stato neppure un giorno in cui le concentrazioni di anidride carbonica sono scese sotto tale valore.
Il record, raggiunto peraltro nell’anno più caldo della storia, mette in crisi la capacità mondiale di mantenere l’aumento della temperatura globale sotto il grado e mezzo. Convenzionalmente, gli scienziati del clima hanno fissato a 450 ppm il punto di non ritorno, che se superato porterebbe il riscaldamento ben oltre i 2°C.
L’impegno climatico stretto con l’Accordo di Parigi dovrebbe almeno in teoria scongiurare il “tipping point”. Tuttavia, incognita Trump a parte, anche con importanti sforzi globali, ci vorrà tempo prima di dissipare le attuali concentrazioni. Il tasso di aumento della CO2 “diminuirà quando le emissioni caleranno”, ha aggiunto Tans. “Ma l’anidride carbonica continuerà a crescere, solo più lentamente”.