Nel 2018 i picchi di caldo in Artico sono stati più lunghi di sempre. Gli scienziati temono che il vortice polare possa collassare e sconvolgere il clima
Picchi di caldo in Artico, il clima è fuori controllo
(Rinnovabili.it) – L’ondata di gelo che attanaglia l’Europa potrebbe sembrare un ritorno al clima di qualche decennio fa, con inverni più freddi di quanto visto ultimamente. Ma la verità è un’altra, e niente affatto rassicurante. I climatologi sono infatti allarmati dall’ondata di caldo che – al contrario del vecchio continente – ha colpito la regione artica. Le previsioni più pessimistiche sul cambiamento climatico potrebbero subire ulteriori revisioni se sono confermate le teorie che circolano in questi giorni.
La preoccupazione principale è che il riscaldamento globale stia erodendo il vortice polare, composto dai forti venti che un tempo isolavano il nord ghiacciato dal mondo sottostante. Lo dimostrerebbero le temperature schizzate fino a 35 °C sopra le medie storiche in Siberia, o le 61 ore sopra lo zero registrate in Groenlandia nel 2018, più del triplo di quanto visto nell’intero anno precedente.
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È come se Polo Nord e continente europeo si fossero scambiati il clima, e la causa di questo spostamento è ora sotto esame. È vero infatti che le temperature spesso fluttuano nell’Artico, a seconda della forza o della debolezza del vortice polare, un circolo ventoso che aiuta a deflettere le masse d’aria più calde e a mantenere la regione fresca. Spesso dunque si registrano picchi di temperatura, ma stavolta è cambiato qualcosa: i picchi stanno diventando più frequenti e durano più a lungo. Sono segnali di un imminente collasso del vortice polare? Questa è la domanda che circola negli ambienti accademici, senza trovare per ora l’unanimità e tuttavia allarmando il mondo della scienza. Il vortice dipende dalla differenza di temperatura tra l’Artico e le medie latitudini, ma questo delta si sta restringendo progressivamente perché il polo si sta riscaldando più velocemente di qualsiasi altro punto sulla Terra. Mentre le temperature medie globali sono aumentate di circa 1 °C dai livelli preindustriali, il riscaldamento al polo si avvicina ai 3 °C, con conseguenze drammatiche sulla massa di ghiaccio.