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Clima: anche il Brasile presenta un impegno “omeopatico”

Il governo vanta la volontà di tagliare il 37% delle emissioni che alterano il clima entro il 2025, ma nei fatti si tratta di una riduzione del solo 4%

Clima anche il Brasile presenta un impegno omeopatico

 

(Rinnovabili.it) – Il Brasile è il primo tra i grandi Paesi in via di sviluppo a presentare il suo impegno per il clima in vista della COP 21 di Parigi. Depositato ieri all’ONU, il piano del governo prevede un taglio delle emissioni del 37% al 2025 rispetto ai livelli del 2005: la strategia per raggiungere il target si basa su un abbattimento del tasso di deforestazione e l’aumento di produzione energetica da fonti rinnovabili dall’attuale 15% al 23% entro il 2030. In prospettiva, l’idea è quella di raggiungere – ma si tratta solo di intenzioni – una riduzione di CO2 del 43% entro il 2030.

«I nostri obiettivi sono ambiziosi quanto quelli dei Paesi sviluppati – ha dichiarato la presidente brasiliana, Dilma Rousseff, nel suo discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite di New York – Il Brasile è uno dei pochi Paesi in via di sviluppo ad impegnarsi in una riduzione assoluta delle emissioni». Per ora, altre economie emergenti come Cina e Sudafrica, hanno solamente annunciato che raggiungeranno un picco della CO2 nei prossimi anni, senza specificare piani di taglio che prevedano numeri assoluti.

 

Clima anche il Brasile presenta un impegno omeopatico

Tuttavia, il programma di Brasilia non ha convinto gli ambientalisti. Le ONG che si battono per arginare il cambiamento climatico in Brasile, hanno evidenziato inoltre che un piano riferito ai livelli di CO2 del 2005 è troppo poco ambizioso: il Climate Observatory ha proposto di partire dal 2010. Infatti, secondo SEEG, un sistema indipendente di misurazione delle emissioni, i gas serra del Brasile sono già diminuiti del 33% nel periodo 2005-2013 grazie alle politiche volte a ridurre la deforestazione illegale. Da qui al 2025, pertanto, il Paese dovrebbe preoccuparsi solo di tagliare un ulteriore 4%.

Inoltre, il governo non ha parlato di deforestazione zero, quanto piuttosto di una volontà di abbattere quella illegale entro il 2030. Per quanto riguarda il disboscamento regolamentato, il piano prevede di compensare le emissioni generate, ma non è specificata alcuna strategia.