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Cina: Piano per porre fine allo scarico illegale di sostanze chimiche pericolose

Il Ministero dell’ecologia e dell’ambiente cinese ha annunciato una serie di provvedimenti utili a combattere lo smaltimento illegale di sostanze chimiche e rifiuti pericolosi. Gli obbiettivi saranno raggiunti entro il 2025

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Credit: JungleNews (CC BY-SA 4.0)

 

Tra le manovre annunciate dal Ministero dell’ambiente cinese anche l’istituzione di una Black List ove iscrivere le industrie che violeranno le nuove regole

(Rinnovabili.it) – La Cina intensificherà i propri sforzi per porre fine allo scarico illegale di rifiuti chimici pericolosi e tutelare gli ecosistemi a rischio. Lo ha dichiarato questo lunedì il Ministro dell’ecologia e dell’ambiente Li Ganjie, elencando una serie di provvedimenti che saranno attuati nei prossimi sei anni. Entro la fine del 2025, ha specificato il Ministero, tutte le regioni dovranno creare un “sistema completo di monitoraggio delle sostanze chimiche, garantendo al contempo una sufficiente capacità di trattamento e smaltimento dei rifiuti pericolosi. Tale sistema diverrà anche uno dei criteri fondamentali al nuovo meccanismo di credito ambientale aziendale, che porterà alla stesura di una “Black List” pubblica ove saranno iscritte le aziende che violano le regole, alle quali sarà negata ogni sorta di finanziamento pubblico.

 

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Non solo: come riportato da Reuters, le autorità locali dovranno anche elaborare specifici piani per la costruzione di strutture integrate per il corretto smaltimento dei rifiuti ed istituire meccanismi di finanziamento per il loro eventuale trasferimento in altri siti. A tal proposito, ha specificato il Ministero, i governi locali saranno incoraggiati a creare “basi industriali” integrate nei settori dell’industria petrolchimica e siderurgica, con specifico riferimento ai forni e agli altiforni degli impianti per lo smaltimento di rifiuti chimici.

 

Il settore chimico cinese, va specificato, è stato quest’anno oggetto di un attento esame  dopo che un’esplosione, verificatasi in una fabbrica nella provincia di Jiangsu, ha ucciso 78 persone. L’incidente ha provocato un innalzamento dei sistemi di sicurezza a livello nazionale e la conseguente stesura di piano per trasferire l’80% dei produttori di sostanze chimiche tossiche lontano dalle aree residenziali. Per questi motivi, il delta del fiume Yangtze, compreso il centro produttivo di Shanghai e le province limitrofe di Jiangsu e Zhejiang, saranno costretti ad adottare le misure di cui sopra entro la fine del prossimo anno, mentre le regioni lungo lo Yangtze, insieme alle aree economiche di Pechino-Tianjin-Hebei e il delta del fiume Perla, vi si dovranno conformare entro il 2022.

 

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