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La Cina continua la lotta all’inquinamento

Iniziata nel 2014, la lotta all’inquinamento portata avanti dal governo cinese su più fronti sta portando i primi risultati in termini di riduzione delle emissioni e della concentrazione di PM 2,5

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Gli ambientalisti temono che il rallentamento dell’economia possa portare a uno stop nella lotta all’inquinamento

 

(Rinnovabili.it) – Nel 2018 Pechino e la circostante provincia industriale di Hebei hanno tagliato le emissioni di smog di almeno il 12%. Il risultato arriva dopo una lotta all’inquinamento iniziata nel 2014 e una serie di campagne per ridurre l’uso del carbone domestico, elementi che insieme hanno reso malsani l’aria, le acque e il suolo della Cina, dopo più di tre decenni di crescita economica senza freni. Le PM 2,5 di Pechino sono scese a 51 microgrammi per metro cubo durante tutto il 2018, anche se sono ancora significativamente più elevate rispetto allo standard di qualità dell’aria ufficiale della Cina di 35 microgrammi; standard che, secondo quanto riferito dal governo locale, è stato raggiunto solo a gennaio, agosto e settembre. Il miglioramento delle condizioni di smog è stato possibile sia per condizioni meteorologiche favorevoli e sia perché 656 imprese inquinanti sono state costrette a trasferirsi l’anno scorso e multate per violazioni per 230 milioni di yuan (33,50 milioni di dollari).

 

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Secondo i dati diffusi dall’ufficio ambientale della provincia, anche Hebei, la più grande regione produttrice di acciaio della Cina, ha visto le PM 2,5 scendere del 12,5%, a una media di 56 microgrammi nel 2018. Il taglio è stato in parte possibile grazie agli sforzi messi in atto per ridurre il consumo di carbone domestico, considerato che questo inverno circa 1,8 milioni di famiglie hanno sostituito il carbone con gas naturale ed elettricità per il riscaldamento. Resta il fatto che 79 città in tutto il Nord e l’Est della Cina hanno dovuto affrontare speciali barriere anti-inquinamento.

 

Un’altra mossa che il governo cinese intende implementare è la lotta ai camion diesel altamente inquinanti. Il ministero dell’Ambiente intende aumentare significativamente il numero di camion diesel in grado di soddisfare gli standard di emissione entro il 2020, puntando a un tasso di conformità di almeno il 90% entro il prossimo anno. Saranno imposti standard più rigidi per il carburante e i motori, aumentati i volumi di trasporto merci su rotaia e rafforzati i controlli, al fine di ridurre le emissioni complessive di ossido di azoto e particolato derivanti dalla combustione del carburante. I nuovi camion che non rispettano i requisiti statali non potranno entrare nel mercato. Secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’Ambiente, l’anno scorso i camion diesel, che rappresentavano solo il 7,8% dei veicoli totali della Cina, hanno contribuito fino al 57,3% delle emissioni totali di biossido di azoto. Nonostante questi grandi sforzi attuati dal governo cinese su più fronti per contrastare lo smog che avvolge il Paese, ci sono forti preoccupazioni da parte degli ambientalisti che temono che il rallentamento dell’economia possa portare le autorità locali ad allentare la presa sugli inquinatori.

 

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