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La Cina “dichiara guerra” all’inquinamento

Il premier Li Keqian ha riconosciuto pubblicamente la crisi ambientale in atto, svelando le nuove misure governative per combattere lo smog

La Cina “dichiara guerra” all'inquinamento (Rinnovabili.it) – La Cina “dichiara guerra” all’inquinamento. Le bellicose parole sono state pronunciate, ieri, dal premier Li Keqiang in apertura della riunione annuale del Parlamento. Il governo della Repubblica Popolare sarebbe pronto a sfoderare nuove armi per dar battaglia a uno dei più grandi problemi nazionali sia livello ambientale che a livello sociale. I ripetuti allarmi per gli elevati livelli di smog in Cina non stanno, infatti, attirando solo le preoccupazione della comunità scientifica; anche gli abitanti sono stanchi ed arrabbiati e le continue proteste pubbliche fanno ora temere a Pechino che possa essere seriamente compromessa la stabilità sociale. Il primo ministro ha deciso pertanto di rafforzare ulteriormente la strategia anti-inquinamento riconoscendo pubblicamente la crisi ambientale in atto.Noi risolutamente dichiariamo guerra all’inquinamento come abbiamo dichiarato guerra alla povertà”, ha detto Li ai quasi 3.000 parlamentari, sostenendo che gli sforzi debbano innanzitutto concentrarsi sulla riduzione del particolato e sull’eliminazione dei vecchi impianti industriali.

 

Già da quest’anno la nazione  taglierà la capacità di produzione dell’acciaio di 27 milioni di tonnellate -pari alla all’intera capacità di produzione italiana – la produzione di cemento di 42 milioni di tonnellate, dismettendo ben 50.000 piccole centrali a carbone in tutto il paese. La battaglia contro l’ inquinamento sarà anche condotta mediante riforme del prezzo dell’energia per aumentare la potenza combustibili non fossili. Li ha promesso un cambiamento  nel  “modo in cui l’energia viene consumata e prodotta” attraverso lo sviluppo del nucleare, delle fonti rinnovabili e delle smart grid. L’obiettivo principale del governo, ha insistito Li Keqiang, è quello di “garantire che ognuno conduca una vita più felice”, tutti in Cina “potranno godere i frutti della pace, della prosperità e dello sviluppo”.