Il Guardian ottiene documenti dell’Unione europea che rivelano le pressioni di Chevron per l’approvazione del TTIP
(Rinnovabili.it) – Chevron, una delle compagnie petrolifere più aggressive del mondo, ha fatto pressioni sull’Unione europea per ottenere lo speciale diritto di impugnare davanti a un tribunale privato le decisioni dei governi che proteggono l’ambiente minacciando i suoi profitti. La multinazionale insiste per l’inclusione di una speciale clausola all’interno del TTIP, l’accordo di libero scambio in fase negoziale tra Stati Uniti e Unione europea. Grazie a questo meccanismo, denominato ISDS (Investor State Dispute Settlement), gli investitori privati guadagnerebbero il diritto di fare causa agli Stati per miliardi di euro davanti a corti di arbitrato internazionale.
Questi tribunali privati, previsti da migliaia di trattati di libero scambio, hanno dato prova, soprattutto negli ultimi 20 anni, di numerose criticità. In udienze a porte chiuse, senza possibilità di ricorso in appello, i governi vengono chiamati a rispondere del proprio operato davanti a tre arbitri esperti in diritto commerciale, con parcelle intorno ai 1.000 euro l’ora. In questi consessi chiusi al pubblico, si emettono sentenze che le corti nazionali o la Corte europea di Giustizia non possono annullare. Il codice adottato è quello del diritto commerciale, con poca considerazione per gli impatti sui diritti umani o sulle ricadute socio ambientali.
Se l’accordo sul commercio e gli investimenti che Ue e USA stanno trattando dovesse contenere un meccanismo ISDS, circa 47 mila aziende statunitensi potrebbero guadagnare il diritto di accesso a questi tribunali privati, per mezzo dei quali contrastare le politiche ambientali dell’Unione europea o degli Stati membri.
Dinanzi a richieste di risarcimento multimilionarie o miliardarie, accade che diversi governi scelgano di ritirare legislazioni in difesa degli ecosistemi e della salute dei cittadini. È accaduto in Germania nel 2011 e in Canada nel 1998, come riportato a pagina 13 di un dossier redatto dalla campagna Stop TTIP Italia.
Lo confermano i verbali di una riunione tra funzionari della Commissione europea e i dirigenti di Chevron, ottenuti dal Guardian con una richiesta di accesso agli atti: «L’ISDS è stato utilizzato solo una volta da Chevron, nel suo contenzioso contro l’Ecuador – dicono le carte – Eppure, Chevron sostiene che la mera esistenza di un meccanismo ISDS sia importante, in quanto agisce come deterrente».