Il gip del tribunale di Savona ha ordinato i sigilli per gli impianti di Vado Ligure. WWF: “Le centrali a carbone sono antistoriche”. Legambiente: “Ora si lavori per riconvertire tutti gli altri impianti inquinanti in Italia”
(Rinnovabili.it) – Disastro ambientale e omicidio colposo, questi i due filoni d’inchiesta a carico della centrale a carbone Tirreno Power, di cui due delle tre unità di generazione termoelettrica sono da ieri sotto sequestro. L’ordine dei sigilli all’impianto è arrivato dal gip di Savona, Fiorenza Giorgi, una volta accertato il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e l’assenza del “sistema di monitoraggio a camino” per le due unità a carbone. Un’assenza dietro la quale si cela non solo un preoccupante ritardo (il sistema avrebbe dovuto essere realizzato entro il 14 settembre dello scorso anno) ma anche un numero impressionante di vittime: secondo quanto rivelato dalla procura di Savona, i fumi della centrale avrebbero causato ben 442 morti tra il 2000 e il 2007.
Nel dettaglio l’ordinanza del gip parla di un nesso di causalità tra emissioni, morti e patologie polmonari e cardiovascolari; quest’ultime secondo quanto affermato il procuratore Granero la centrale avrebbe causato anche “tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti” mentre “450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d’asma tra il 2005 e il 2012″.
La centrale è una ex genco Enel, controllata al 50% dai francesi di Gdf-Suez e partecipata al 39% da Sorgenia e col 5,5% a testa da Iren ed Hera. La chiusura definitiva dei due gruppi a carbone (quello a gas resterà in funzione) richiederà circa 20 ore: sei per completare lo spegnimento e il resto per smaltire il carbone all’interno delle due unità.
“Ben venga il sequestro e la chiusura degli impianti a carbone della centrale di Vado Ligure – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – Negli ultimi mesi i controlli effettuati da organismi istituzionali e la stessa Procura avevano evidenziato le problematiche sanitarie ed ambientali prodotte dalla presenza della centrale su questo territorio. Non è un caso che i capi di imputazione per gli indagati siano il disastro ambientale e l’omicidio colposo. Da anni denunciamo il rischio di convivenza tra la popolazione locale e le attività produttive legate al carbone, uno dei peggiori combustibili ancora oggi utilizzato per la produzione di energia elettrica”.
“Le centrali a carbone sono antistoriche, – commenta Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – comportano emissioni di anidride carbonica superiori a qualsiasi altro impianto, fanno male alla salute. Il nostro Paese ha una overcapacity di produzione di energia elettrica che le impone, non solo le permette, di cominciare a chiudere le centrali più inquinanti”. Per questo motivo l’associazione ambientalista invita l’azienda a prendere atto che la centrale di Vado Ligure “è indifendibile” chiudendo le unità a carbone una volta per tutte. “Questa è l’occasione per pensare alla riconversione dei posti di lavoro verso l’efficienza energetica e le rinnovabili: ci auguriamo che sindacati , regione Liguria, azienda, ci pensino seriamente. Intanto Vado Ligure non deve riaprire e i progetti di ampliamento dell’uso del carbone non devono partire”.