Coldiretti lancia l’allarme: 690 mila ettari di terreno sono stati sottratti all'agricoltura dalla cementificazione, aumentando il rischio idrogeologico
(Rinnovabili.it) – «Negli ultimi 10 anni l’agricoltura italiana ha assistito alla crescita esponenziale di un fenomeno allarmante: sono infatti stati sottratti all’attività agricola 690 mila ettari di terreno, a causa della cementificazione o per l’abbandono dei campi, soprattutto nelle aree interne, con un impatto drammatico sull’assetto idrogeologico del territorio, colpito in questi anni da frane e alluvioni». Così scrive la Coldiretti sul proprio sito, dopo aver analizzato i dati Istat relativi alla struttura delle aziende agricole.
Il fenomeno ha una portata molto vasta, spiega l’associazione, investendo una superficie pari a un milione di campi da calcio. Tutta quest’area è stata abbandonata o invasa dal cemento, che non è in grado di assorbire le precipitazioni sempre più violente a seguito del cambiamento climatico.
Ci siamo abituati a chiamarle “bombe d’acqua”, e sono piogge sempre più intense e frequenti che impattano negativamente sull’agricoltura e sui suoli del nostro Paese.
«Per proteggere il territorio e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola», scrive Coldiretti, lamentando la chiusura, in media, di 60 aziende al giorno dall’inizio della crisi nel 2007.
I dati dicono che oggi l’82% dei Comuni italiani ha una parte di territorio esposta al rischio di frane e alluvioni. I cittadini che abitano o lavorano in queste zone ad elevato rischio idrogeologico si aggirano intorno agli 8 milioni e mezzo.
«A questa situazione non è certamente estraneo un modello di sviluppo sbagliato – criticano i coltivatori diretti – che non ha investito sulla prevenzione, valorizzando l’agricoltura e il lavoro nelle campagne, che da sempre svolge un importante ruolo nel presidio del territorio».
È per questo che il 2015 è stato scelto dalla FAO come anno internazionale dei suoli (International Year of Soils), allo scopo di promuovere politiche e azioni mirate alla protezione delle risorse della terra.