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Carbone: Enel nella top ten degli impianti più sporchi d’Europa

La centrale a carbone di Civitavecchia ha emesso 10,2 milioni di tonnellate di CO2 nel 2016. Fanno peggio solo impianti polacchi e tedeschi

enel carbone

 

(Rinnovabili.it) – C’è anche l’Italia nella lista delle 10 centrali a carbone più inquinanti d’Europa. L’impianto dell’Enel di Torrevaldaliga Nord (Civitavecchia) si attesta proprio al decimo posto, con 10,2 milioni di tonnellate emesse lo scorso anno, dietro ai colossi polacchi e tedeschi della lignite. Lo afferma una analisi del think thank Sandbag, con base a Bruxelles, che ha preso in esame i dati pubblicati negli ultimi giorni dalla Commissione Europea sul mercato del carbonio (ETS).

Sebbene possa sembrare impressionante registrare un calo dell’11% delle emissioni provenienti da impianti a lignite e antracite nel 2016, non è così. Gli analisti mostrano che 280 centrali a carbone – su 13 mila impianti inseriti nel sistema – rappresentano ancora il 39% delle emissioni ETS, perché le centrali elettriche a lignite, soprattutto in Germania, continuano a funzionare quasi 24 ore al giorno per 7 giorni su 7.

Inoltre, Sandbag sottolinea che i 10 impianti più sporchi hanno visto cali inferiori alla media, che invece è schizzata all’11% grazie soprattutto al contributo di Regno Unito (-58% anno su anno), Spagna (-27%), Grecia (-21%) e Italia (-17%).

 

sandbag carbone

 

I principali inquinatori, Germania e Polonia, hanno invece fatto registrare riduzioni minime: le emissioni delle centrali tedesche sono scese del 4%, mentre quelle polacche appena dell’1%. Prendendo come base il 2010, il dato cambia poco: -5% per la Germania e -7% per la Polonia. Il crollo invece dell’UK (-71%) è ancora più evidente, e mostra come l’aumento del prezzo del carbonio sia discriminante per il taglio delle emissioni. I britannici, infatti, fanno pagare la CO2 18 sterline alla tonnellata, contro i 5 euro dell’Unione Europea.

«La graduale eliminazione del carbone a favore delle rinnovabili è il modo più rapido ed economico per ridurre rapidamente le emissioni ETS – sostengono gli analisti – I responsabili politici devono capire come far sì che questo avvenga. Un prezzo del carbonio vicino allo zero non aiuta e produce uno stallo nella decarbonizzazione industriale, settore in cui le emissioni sono diminuite di meno dell’1% negli ultimi quattro anni».

Oggi la riforma dell’ETS entra nella sua fase finale, che prevede un negoziato a tre fra rappresentanti del Parlamento europeo, Consiglio dei Ministri dell’Unione e Commissione Europea. Il testo attuale è stato fortemente criticato dagli ambientalisti.