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Cambiamento climatico, World Bank: alcuni impatti sono inevitabili

Jim Yong Kim: "Concentreremo tutto il nostro impegno per muoverci verso forme di energia rinnovabili e più pulite”

Cambiamento climatico, World Bank: alcuni impatti sono inevitabili

 

(Rinnovabili.it) – Cosa vuol dire aver rimandato tanto a lungo l’azione comune sul cambiamento climatico? Che alcuni impatti saranno inevitabili, a prescindere dagli sforzi che le nazioni metteranno in capo nel futuro a breve termine. La sentenza arriva dalla Banca Mondiale secondo cui eventi come ondate di caldo sempre più estreme e l’innalzamento del livello dei mari saranno immutabilmente nel destino del pianeta, anche se i governi dovessero rapidamente tagliare i gas ad effetto serra. Le emissioni del passato e quelle previste per il futuro provenienti da centrali elettriche, fabbriche e automobili hanno bloccato il mondo su un percorso che ci porterà verso un aumento medio della temperatura di quasi 1,5 gradi Celsius entro il 2050. “Questo significa che gli impatti dei cambiamenti climatici, come le ondate di calore saranno semplicemente inevitabili”, ha detto il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim a margine della presentazione del report “Turn down the Heat, Confronting the New Climate Normal“.

 

Di fronte a quelli che lo stesso Kim definisce “risultati allarmanti” la Banca Mondiale, tradizionalmente uno dei più grandi finanziatori al mondo di progetti di combustibili fossili, si dice pronta ad invertire la rotta: da oggi in poi investirà in maniera massiccia in progetti di energia pulita e ricorrendo ai fondi per il carbone solo in “circostanze di estrema necessità“. “Concentreremo tutta la nostra forza per muoverci verso forme di energia rinnovabili e più pulite. Sarà solo in casi di estrema necessità che contempleremo la possibilità di investire di nuovo sul carbone. E lo faremo nei paesi più poveri quando non ci saranno altre fonti di alimentazione disponibili a un prezzo ragionevole”, ha aggiunto Kim. La preoccupazione per il global warming sembrerebbe dunque aver raggiunto anche la Banca mondiale, peccato che l’istituto non abbia, fino ad oggi, preso alcun impegno finalizzato a tagliare i finanziamenti per il petrolio o per le attività di esplorazione legate ai combustibili fossili. Un’analisi presentata all’inizio di quest’anno dalla ONG Oil Change International ha mostrato che la Banca dal 2008 ad oggi  ha finanziato con 21 miliardi di dollari diversi progetti legati ai combustibili fossili.