La correlazione tra azione umana e innalzamento delle temperature ha raggiunto il livello 5 sigma, lo stesso standard utilizzato per certificare l'esistenza del Bosone di Higgs.
C’è solo 1 possibilità su 1 milione che l’uomo non sia la maggiore causa del climate change
(Rinnovabili.it) – Il contributo degli esseri umani al riscaldamento globale è una certezza scientifica: lo afferma un team internazionale di studiosi in un articolo sulla rivista Nature Climate Change.
La responsabilità umana nell’innalzamento delle temperature avrebbe un livello di certezza pari a 5-sigma (lo stesso usato nel 2012 per certificare l’esistenza del bosone di Higgs) ovvero ci sarebbe solo una possibilità su un milione che la causa del cambiamento climatico sia attribuibile ad altri fattori invece che alle emissioni di gas serra dovute all’uomo.
Tale certezza era stata raggiunta già nel 2005 da due dei tre set di dati climatici riguardo gli ultimi 40 anni più utilizzati dai ricercatori e nel 2016 anche dal terzo di questi set. “Chi dice che noi scienziati non siamo a conoscenza del motivo alla base del cambiamento climatico si sbaglia – ha affermato Benjamin Santer, tra i principali autori dello studio e ricercatore presso il Lawrence Livermore National Laboratory in California – Lo sappiamo: è l’uomo”.
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Nel 2013, il Comitato intergovernativo sul Cambiamento climatico delle Nazioni Unite (IPCC) aveva concluso che ci fosse il 95% delle probabilità che l’attività umana fosse la maggior causa del cambiamento climatico a partire dagli anni ’50. Peter Scott, del British Met Office e all’epoca nel team dell’IPCC, ha affermato che alla luce dei risultati attuali, il tasso di probabilità andrebbe alzato al 99-100%.
L’allarme dei ricercatori punta esplicitamente a convincere quella parte di opinione pubblica ancora scettica riguardo il cambiamento climatico e la sua correlazione con l’attività umana. La scorsa settimana, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’avvio di una commissione d’inchiesta presidenziale per rivedere i risultati allarmanti delle Agenzie governative statunitensi che inserivano il climate change tra i rischi per la sicurezza nazionale. A capo della Commissione, il tycoon ha proposto il professor William Happer, noto per le sue posizioni negazioniste, secondo cui le alte concentrazioni di CO2 nell’atmosfera sarebbero un beneficio per l’ambiente.
A inizio gennaio, i dati congiunti della NASA e di altri osservatori internazionali, confermavano il trend sul riscaldamento globale, inserendo il 2018 al quarto posto nei 30 anni più caldi della storia recente: di questi, 25 sono occorsi dopo il 1990.