Entro metà secolo l’uomo avrà dato vita al cambiamento climatico più veloce degli ultimi 50 milioni di anni. Ecco perché le fossili devono restare sotto terra
(Rinnovabili.it) – Entro la metà del secolo gli esseri umani avranno innescato il cambiamento climatico più rapido degli ultimi 50 milioni di anni. Se non si riuscisse a porre un limite alle emissioni di carbonio, ma se si bruciassero tutte le riserve di combustibili fossili, il record sarebbe ancora più sconvolgente: si tratterebbe infatti del cambiamento più repentino degli ultimi 420 milioni di anni. Lo ha scoperto un team di scienziati che ha analizzato l’attività solare e le variazione nei livelli di anidride carbonica lungo un arco temporale di oltre 400 milioni di anni.
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Le centinaia di miliardi di tonnellate di carbonio che le attività umane stanno riversando in atmosfera a ritmi vertiginosi, stanno però rompendo questo equilibrio durato per numerose ere geologiche. I negazionisti climatici sostengono l’inutilità di prendere misure tese a ridurre le emissioni, perché il clima è già cambiato in passato e la CO2 era presente in concentrazioni superiori a quelle attuali. Ma dimenticano che oggi questo aumento dei gas serra in atmosfera è drasticamente più rapido della maggior parte di quelli avvenuti naturalmente nel remoto passato della terra. Simili impennate, quando paragonabili, hanno causato estinzioni di massa. Infine, la minore energia del sole ha contribuito a mantenere bassa la temperatura terrestre.