La Commissione ambiente di Strasburgo prova ad alzare l'ambizione della futura legge sul clima UE, votando un target emissivo di almeno 5 punti percentuali sopra la proposta dell'esecutivo
Inizia il conto alla rovescia per l’European Climate Law
(Rinnovabili.it) – L’Unione europea si appresta a metter mano al suo obiettivo di taglio delle emissioni per il 2030. Nella futura legge sul clima UE, che Bruxelles dovrebbe presentare a breve, è previsto un importante aggiornamento della strategia di decarbonizzazione del Blocco. Il documento, infatti, oltre a contenere per la prima volta un target 2050 di neutralità climatica, dovrà rivedere al rialzo quanto stabilito nel vecchio pacchetto Energia pulita per tutti.
Il pacchetto in questione conteneva diverse direttive tra cui quelle che mettevano nero su bianco l’impegno degli Stati membri sul fronte dei gas serra. Per la precisione fissavano un target di riduzione comunitario per la CO2 del 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Tuttavia, poco dopo l’entrata in vigore delle norme, la Commissione Europea era tornata sui suoi passi: i dati con cui erano stata calcolata la percentuale di taglio delle emissioni non erano aggiornati. In altre parole, si poteva e si doveva fare di più.
Il “più” arriva ora sotto forma di Legge sul Clima. Stando alle ultime indiscrezioni, la bozza dell’esecutivo europeo sarebbe già pronta e avrebbe portato il target ad un 55%. L’obiettivo sarebbe ovviamente vincolante per i Paesi UE e, tra i suoi strumenti d’attuazione, riserverebbe un ruolo speciale al mercato del carbonio europeo. L’esecutivo di von Der Leyen vorrebbe estendere l’ETS anche al settore marittimo, il trasporto su gomma e persino l’edilizia, riducendo nel contempo le quote gratuite.
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Taglio delle emissioni europee: si può fare di più
Ambizioso? Non secondo la Commissione Ambiente dell’Europarlamento. Con 46 voti a favore, 18 contrari e 17 astensioni, i deputati hanno adottato oggi la relazione sulla legge sul clima UE. Il documento chiede che il target sul taglio delle emissioni 2030 sia alzato al 60%; e che Bruxelles proponga un obiettivo intermedio per il 2040 a seguito di una valutazione d’impatto, per garantire che il Blocco sia sulla buona strada per raggiungere la neutralità climatica al 2050.
Contrariamente alla proposta dell’esecutivo, i parlamentari vogliono anche che tutti gli Stati membri si impegnino individualmente a divenire carbon-neutral, e chiedono finanziamenti sufficienti a supportare l’obiettivo. Non solo. La speranza è che l’UE sia addirittura carbon-negative per il post 2050, vale a dire in grado di rimuovere più gas serra di quanti ne emetta.
Gli eurodeputati chiedono inoltre l’eliminazione graduale di tutte le sovvenzioni dirette e indirette ai combustibili fossili entro il 31 dicembre 2025, sottolineando la necessità di continuare la lotta contro la povertà energetica.
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“L’adozione del rapporto – spiega il relatore Jytte Guteland (S&D, Svezia) – invia un messaggio chiaro alla Commissione europea e al Consiglio dell’UE alla luce dei prossimi negoziati: ci aspettiamo che tutti gli Stati membri raggiungano la neutralità climatica al più tardi entro il 2050 e abbiamo bisogno per questo motivo di forti obiettivi intermedi nel 2030 e 2040″