Rinnovabili • Stili di vita sostenibili, il report IPCC: cambiare abitudini salva il clima

Report IPCC: passare a stili di vita sostenibili taglia le emissioni globali del 40-70%

Per la prima volta, in un rapporto del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico compare un capitolo che analizza i benefici per il clima di una modifica sostanziale delle abitudini dal lato della domanda

Stili di vita sostenibili, il report IPCC: cambiare abitudini salva il clima
Foto di Brian Merrill da Pixabay

Il rapporto analizza 60 stili di vita sostenibili

(Rinnovabili.it) – Cambiare le nostre abitudini adottando stili di vita sostenibili può fare la differenza per il clima. Lo spiega l’ultimo rapporto dell’IPCC sul cambiamento climatico in un capitolo inedito intitolato Domanda, servizi e aspetti sociali della mitigazione. È la prima volta nella storia degli Assessment Report, infatti, che il Panel intergovernativo sul climate change analizza nel dettaglio degli scenari climatici dove a variare è il lato della domanda.

Cosa dice l’ultimo rapporto IPCC sugli stili di vita sostenibili

Nelle quasi 200 pagine dedicate all’impatto sul clima degli stili di vita sostenibili, l’IPCC passa in rassegna un ventaglio di ambiti molto vasto. E calcola il peso specifico di ciascuno. Nel complesso, ridurre l’impronta climatica dal lato della domanda ha un potenziale enorme: può ridurre le emissioni nei vari settori del 40-70% entro il 2050. E abbassa significativamente (o elimina) la necessità di affidarsi a tecnologie ancora di dubbia efficacia come la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS) o la cattura diretta dall’aria (CDR), che vengono sponsorizzate dall’industria fossile per prolungare indefinitamente l’estrazione di carbone, petrolio e gas.

L’ambito dove c’è più margine di miglioramento è il settore alimentare. Qui il risparmio di gas serra possibile arriva a 8 mld di t di CO2 equivalente (GtCO2e) sui 17 totali. Seguono i trasporti via terra (strada, rotaia) con 6,5 GtCO2e, poi l’edilizia e l’impronta energetica degli edifici con 5,7 GtCO2e e infine l’industria con 5,2 GtCO2e.

Numeri altissimi, ma difficili da raggiungere. Forse virare verso stili di vita sostenibili è una delle operazioni più complesse tra quelle a disposizione dell’azione climatica globale. Serve un incrocio virtuoso di impegno e condizioni che non è scontato né facile da ottenere: politiche pubbliche integrate e trans-settoriali, armonizzate con quelle climatiche ed energetiche, un cambiamento sul piano socio-culturale accolto dalla maggioranza della popolazione, un adeguamento strutturale importante (specie in edilizia e nei trasporti).

“Il cambiamento comportamentale individuale è insufficiente per la mitigazione del cambiamento climatico se non è incorporato in un cambiamento strutturale e culturale”, nota il rapporto IPCC.

Evita, cambia, migliora

Il rapporto IPCC inquadra tutte le misure necessarie in uno schema tripartito – Avoid-Shift-Improve (evita, cambia, migliora) – che riflette le opzioni disponibili sul versante socio-culturale, infrastrutturale e tecnologico.

L’impatto maggiore in ambito Avoid arriva sul fronte dei trasporti, evitando i viaggi in aereo a lunga percorrenza e rendendo disponibili infrastrutture per la mobilità urbana low-carbon su breve distanza. In ambito Shift il potenziale più grande è nel cambiare la nostra dieta, passando ad un’alimentazione a base vegetale. Sul versante Improve, invece, i progressi maggiori si hanno nell’edilizia attraverso un uso più vasto di tecnologie per migliorare l’efficienza energetica lato utente e puntando sulle case passive.

“Tra le 60 azioni identificate che potrebbero cambiare il consumo individuale, le scelte di mobilità individuale hanno il maggior potenziale di riduzione delle impronte di carbonio, si legge nel rapporto dell’IPCC. “Dare la priorità alla mobilità senza auto, a piedi e in bicicletta, e adottare la mobilità elettrica potrebbe far risparmiare 2 tCO2e pro capite l’anno”. Altre opzioni con un alto potenziale di mitigazione includono “la riduzione dei viaggi in aereo, le regolazioni dei termostati per il raffrescamento, l’uso ridotto degli elettrodomestici, il passaggio al trasporto pubblico e lo spostamento dei consumi verso diete a base vegetale”.

Tra le altre opzioni per variare le abitudini di consumo e gli stili di vita, distillate dall’analisi di quasi 7000 articoli scientifici, il rapporto cita anche opzioni come l’uso di pompe di calore, la riduzione dello spazio abitativo o il co-housing, risparmiare acqua calda, scegliere una dieta mediterranea.