In Sudan, continuano a crescere i livelli del fiume Nilo. Secondo le Nazioni Unite, la situazione non può che peggiorare nelle prossime settimane.
100 morti e oltre 100.000 sfollati. Questi i numeri dello stato di calamità naturale in Sudan
(Rinnovabili.it) – Le autorità sudanesi hanno dichiarato lo stato di calamità naturale in Sudan a causa delle forti piogge che hanno ucciso circa 100 persone e inondato oltre 100.000 case dalla fine di luglio a oggi. L’annuncio è stato dato venerdì durante una riunione del Consiglio di difesa e sicurezza del paese, guidato da un alto funzionario del governo, il generale Abdel-Fattah Burhan.
Le inondazioni, causate dalle forti piogge stagionali che hanno interessato soprattutto la vicina Etiopia, hanno portato verso la fine di agosto il livello del fiume Nilo a risalire di circa 17,5 metri, il livello più alto raggiunto in circa un secolo. Secondo il Ministero dell’irrigazione sudanese, le acque alluvionali hanno costretto a sfollare oltre 1 milione di persone.
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L’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite ha avvertito che la situazione non può che peggiorare nelle prossime settimane, in quanto si prevedono piogge sopra la media fino alla fine di settembre. La capitale Khartoum è stata duramente colpita e i residenti dei vari quartieri della città sono stati visti, in foto e filmati che circolano online, erigere barricate contro l’acqua del Nilo che scorreva attraverso diversi quartieri.
Una volta dichiarato lo stato di calamità naturale in Sudan, a Kartoum i militari hanno schierato le truppe per agevolare l’evacuazione delle persone, costruire barricate e distribuire cibo, dopo che le inondazioni hanno spazzato via case e oggetti personali. All’inizio di questa settimana, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha affermato che anche l’accesso all’acqua pulita, fondamentale durante la pandemia di coronavirus, è stato ridotto, dopo che le inondazioni hanno contaminato circa 2.000 fonti d’acqua.
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L’OCHA ha anche dichiarato che l’inondazione ha danneggiato 43 scuole, 2.671 strutture sanitarie e che vaste aree di terreno agricolo in tutto il paese sono state allagate nel mezzo della stagione del raccolto. L’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha registrato decine di migliaia di rifugiati e sfollati, in particolare nella provincia del Nord Darfur, dove 15 persone sono morte e altre 23 sono scomparse.
L’OCHA ha sollecitato un sostegno più sostanziale da parte della comunità internazionale per lo stato di calamità naturale in Sudan, considerato che il piano umanitario da 1,6 miliardi di dollari per il paese è stato finanziato solo per il 44% e le scorte di aiuti sono state esaurite rapidamente.