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Stato del clima globale 2022, il climate change accelera

Il segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale: “I livelli di anidride carbonica nell'atmosfera sono ormai così elevati che il limite di 1,5°C previsto dall'Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile”

Crisi climatica: 1 italiano su 10 crede che l’uomo non sia responsabile
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L’Omm presenta a inizio COP27 il rapporto sullo Stato del clima globale 2022

(Rinnovabili.it) – Otto anni fa, la diplomazia climatica stava preparando la strada che avrebbe portato, di lì a pochi mesi, all’accordo di Parigi sul clima e acceso le speranze di limitare il riscaldamento globale sotto gli 1,5°C. Questi otto anni, però, sono stati i più caldi della storia e anche il 2022 è sulla buona strada per entrare nella top-10 (in Italia potrebbe diventare l’anno più caldo dal 1800). Basta questo dato, contenuto nel rapporto Stato globale del clima 2022 dell’Organizzazione meteorologica mondiale, per sottolineare tutta l’urgenza che accompagna il primo giorno di lavori della COP27 di Sharm el-Sheikh, in Egitto.

Tutti i numeri del rapporto sullo Stato del clima globale 2022

Per capirla bisogna leggere i dati sul clima che cambia e sui suoi effetti sul pianeta a partire da una domanda precisa: il cambiamento climatico sta accelerando? E di quanto? Secondo i dati preliminari fino a ottobre, finora quest’anno la colonnina di mercurio globale è stata 1,15°C sopra la media del periodo pre-industriale, cioè la temperatura della seconda metà del 19° secolo. Il dato è in linea, anzi appena sopra, la media degli ultimi 10 anni. Dal 2013 a oggi la temperatura globale è cresciuta di 1,14 gradi. Ma se si prende il decennio 2011-2020, la media dell’anomalia termica è 1,09°C. E bisogna considerare che il 2022 è stato all’insegna de La Niña, un fenomeno atmosferico che ha un effetto raffrescante sul clima globale.

L’accelerazione non riguarda solo le temperature ma molti altri indicatori dello stato di salute del pianeta. Lo Stato globale del clima 2022 – una versione provvisoria, rilasciata in occasione dell’avvio dei lavori alla COP27 – sottolinea la corsa dell’aumento del livello dei mari. Il ritmo a cui salgono gli oceani oggi è doppio rispetto a quello del 1993, nemmeno 30 anni fa. E negli ultimi due anni e mezzo abbiamo accumulato il 10% della crescita totale registrata in questi tre decenni.

Accelera anche la fusione dei ghiacciai. Che quest’anno ha superato ogni aspettativa sulle Alpi, complici ripetute ondate di calore e temperature che sono rimaste sopra lo zero anche a tremila metri per diversi giorni. Lo spessore di ghiaccio perso in estate varia in media dai 3 ai 4 metri. Dalle vette agli abissi. Diventano più frequenti le ondate di calore negli oceani, mentre decrescono le ondate di freddo. Le prime quest’anno hanno toccato il 55% dei mari, le seconde solo il 22%. E il contenuto di calore degli oceani è in costante accelerazione, particolarmente negli ultimi 2 decenni.

“Maggiore è il riscaldamento, peggiore è l’impatto. I livelli di anidride carbonica nell’atmosfera sono ormai così elevati che il limite di 1,5°C previsto dall’Accordo di Parigi è a malapena raggiungibile”, ha dichiarato il segretario generale dell’Omm, Petteri Taalas. “Per molti ghiacciai è già troppo tardi e lo scioglimento continuerà per centinaia, se non migliaia di anni, con importanti implicazioni per la sicurezza idrica”. Il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato negli ultimi 30 anni. Anche se lo misuriamo ancora in termini di millimetri all’anno, la cifra ammonta tra mezzo o 1 metro al secolo, una minaccia grave e a lungo termine per molti milioni di abitanti delle coste”.