Secondo i dati del sistema europeo di monitoraggio satellitare Copernicus, quest’anno in molti quadranti i roghi hanno avuto intensità e durata maggiori rispetto alla media 2003-2020
Sono 1.760 MtCO2 le emissioni prodotte dalla stagione degli incendi 2021
(Rinnovabili.it) – La stagione degli incendi 2021 ha generato un volume immenso di emissioni climalteranti e il riscaldamento globale farà peggiorare questo trend in futuro. I roghi sparsi in tutto il globo sono responsabili di 1.760 Mt di CO2 solo nell’anno in corso: praticamente 2/3 delle emissioni annuali europee da combustibili fossili. Lo rivela il sistema europeo di monitoraggio satellitare Copernicus.
La lunga stagione degli incendi 2021
Due caratteristiche della stagione degli incendi 2021 hanno colpito gli scienziati di Copernicus. La prima è l’intensità. In molte regioni del pianeta si sono date contemporaneamente le condizioni ideali per la propagazione dei roghi. Per Copernicus, l’attività delle fiamme in alcuni quadranti si è sviluppata su una scala molto più grande di quanto registrato in precedenza dal 2003 a oggi. L’altra caratteristica è la longevità degli incendi: la stagione è durata anche più a lungo.
“Mentre l’anno volge al termine, abbiamo visto vaste regioni sperimentare un’intensa e prolungata attività di incendi selvaggi”, spiega Mark Parrington del Copernicus Atmosphere Monitoring Service. “Le condizioni regionali più secche e più calde sotto un clima che cambia hanno aumentato il rischio di infiammabilità e il rischio di incendio della vegetazione”. E questo ha portato ad alcuni incendi estremamente grandi e di rapido sviluppo che hanno persistito per un lungo periodo di tempo: soprattutto in Siberia, America del Nord, Mediterraneo centrale e orientale, Nord Africa.
Un modo per calcolare portata e intensità degli incendi è il potere radiativo, una misura della quantità di biomassa bruciata. In Siberia, questo indicatore è stato più alto della media 2003-2020 da giugno fino a settembre inoltrato, soprattutto nel quadrante orientale vicino alle città di Omsk e Tyumen.
In un certo senso, la stagione degli incendi 2021 è stata davvero globale. Le emissioni dei roghi siberiani si sono unite a quelle degli incendi in Nord America (circa 83 Mt), hanno viaggiato verso est fino a toccare le isole britanniche a fine agosto e intasare i cieli europei nelle settimane successive.
In Russia settentrionale e Nordamerica, inoltre, i grandi roghi sono stati domati completamente solo ad autunno inoltrato. Complice anche una temperatura che, sempre secondo dati Copernicus, è stata ampiamente sopra la media per tutta la stagione e anche a novembre. (lm)