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Siccità: il climate change può trasformare piante e foreste in emettitori netti

Uno studio dell’Accademia delle Scienze di Pechino calcola che anche in uno scenario emissivo ottimistico le siccità più intense e frequenti faranno diminuire di 2,3 volte l’attività di piante e foreste, riducendo la loro capacità di stoccare CO2. In uno scenario a maggior tasso di emissioni il calo è di 3,5 volte

Siccità: il climate change può trasformare piante e foreste in emettitori netti
Foto di Dan Meyers su Unsplash

Lo studio sull’impatto delle siccità è apparso su One Earth

(Rinnovabili.it) – Oggi la biosfera terrestre assorbe circa il 30% delle emissioni antropiche di CO2, contribuendo in modo sostanziale a contenere il riscaldamento globale. Ma l’aumento di intensità e frequenza delle siccità, innescato dal cambiamento climatico, può trasformare foreste e piante in emettitori netti. Distruggendo la loro capacità di stoccare anidride carbonica.

Siccità e attività delle piante

Come? Riducendo il grado di attività delle piante. Lo stress legato alle condizioni di siccità protratte e intense influisce sulla capacità delle piante di svolgere alcune funzioni basilari. Tra queste, a essere particolarmente colpita è la funzionalità di assorbire CO2 dall’atmosfera e di stoccarla sotto forma di massa organica o di trasferirla nel terreno. E l’impatto supera i benefici che una maggiore concentrazione di CO2 in atmosfera apportano alle piante, in particolare per quanto riguarda la crescita.

“Mentre gli aumenti di CO2 possono avere un “effetto fertilizzante” e aumentare la crescita delle piante e quindi l’assorbimento di CO2, altri impatti dei cambiamenti climatici, come siccità sempre più frequenti e gravi, danneggeranno la crescita delle piante”, sostiene uno studio coordinato dall’Accademia delle Scienze di Pechino apparso sulla rivista scientifica One Earth.

Usando dei modelli climatici ad alta risoluzione, gli autori hanno calcolato che le riduzioni di attività delle piante associate a condizioni di siccità aumenteranno di 2,3 volte entro il 2100 in uno scenario emissivo ottimistico, con una traiettoria di riscaldamento globale compresa tra 1,5 e 2 gradi. E cresceranno di 3,5 volte in uno scenario in cui le fonti fossili svolgono ancora un ruolo preponderante, con una traiettoria compatibile con circa 4 gradi di global warming.

“Queste perdite di produttività indotte dalla siccità sono maggiori del previsto aumento di produttività derivante da una maggiore “fertilizzazione” di CO2, in particolare per i terreni coltivati. I nostri risultati indicano che l’esacerbazione delle siccità meteorologiche a causa del futuro riscaldamento metterà a rischio la sicurezza alimentare globale e potrebbe trasformare l’ecosistema terrestre da un deposito di carbonio in una fonte di carbonio”, concludono gli scienziati.