Situato nella Siberia orientale sopra il circolo polare artico, il villaggio di Verkhoyansk conquista un nuovo triste record: nella giornata di sabato, la colonnina di mercurio ha toccato i +38°C
Con un aumento delle temperature registrato ormai in tutta la regione, la Siberia è in “corsa per la sopravvivenza”
(Rinnovabili.it) – Come in un bollettino di guerra, arrivano puntuali gli aggiornamenti sui nuovi record negativi in tema di riscaldamento globale e aumento delle temperature terrestri.
Protagonista di un triste primato è stavolta una città russa, situata all’estremo nord della Siberia orientale. Parliamo di Verkhoyansk, agglomerato urbano di circa 1.300 abitanti sopra il circolo polare artico, noto per il suo rigido clima. Qui, lo scorso sabato 20 giugno, la colonnina di mercurio si è fermata sui 38°C. Un valore eccezionale, di ben 17°C sopra qualsiasi picco di calore mai registrato nella zona.
Il dato è di quelli in grado di lasciare a bocca aperta ma non è del tutto inaspettato. Specialmente se si considera che, nella regione siberiana, l’inverno passato è stato il più caldo fra quelli registrati (le prime rilevazioni risalgono a 130 anni fa): fino a 6°C sopra la media del periodo. Un aumento delle temperature che, tra le altre cose, ha facilitato l’insorgere di incendi boschivi, responsabili – solo nella Repubblica di Sakha – di oltre 275mila ettari di foresta andati in fumo.
“Quello che sta accadendo quest’anno in Siberia è a dir poco straordinario”, ha commentato il meteorologo Jeff Berardelli. Un simile aumento delle temperature “era atteso per il 2100 e sta quindi verificandosi con 80 anni di anticipo. Giusto per fare una comparazione – ha evidenziato Berardelli – Miami ha raggiunto i 38°C una sola volta”.
Per gli esperti questa ondata di calore e i vari picchi registrati in altre zone intorno al circolo polare artico non possono essere considerati eventi meteorologici isolati. A causa dei circuiti di retroazione, l’Artico si sta scaldando a una velocità doppia rispetto al tasso medio del resto del globo. Questo fenomeno è noto come Amplificazione Artica e sta determinando un veloce declino del ghiaccio marino e, in alcuni casi, del permafrost. La mancanza di ghiaccio bianco e il corrispondente aumento delle aree oceaniche e terrestri scure, fanno crescere la quota di luce solare assorbita anziché riflessa, creando un pericoloso circuito di feedback e riscaldando l’area in modo sproporzionato.
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“Il riscaldamento globale – ha scritto su Twitter la Convenzione ONU sul climate change (UNFCCC) commentando i numeri – sta accelerando e alcune parti del mondo si stanno scaldando molto più velocemente di altre. La corsa alle zero emissioni è una corsa per la sopravvivenza”.
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In realtà si attende ancora che il valore registrato lo scorso sabato sia confermato ufficialmente dalla World Meteorological Organization (WMO), ma sulla gravità della situazione generale non vi sono dubbi. “Stiamo verificando il nuovo record di temperatura a nord del circolo polare artico”, ha detto ai giornalisti la portavoce dell’Organizzazione, Clare Nullis. “È stato riportato nella città russa di Verkhoyansk, tra un’ondata di caldo siberiana prolungata e un aumento dell’attività degli incendi”. Se le autorità russe dovessero dare la conferma, il WMO procederà con un’ulteriore revisione da parte di un gruppo internazionale di esperti.