Nel rapporto quinquennale UK Climate Change Risk Assessment, si stima che l’aumento delle temperature globali può far perdere a Londra tra l’1 e l’1,5% del PIL annuo già tra 20 anni, anche se restiamo sotto i 2°C pattuiti a Parigi. Uno scenario che non è distante da quello che si può verificare in altre parti d’Europa
Nel 2021 il riscaldamento globale è arrivato a +1,1 gradi
(Rinnovabili.it) – Mentre la Gran Bretagna passa il testimone della diplomazia climatica all’Egitto in vista della COP27, il terzo rapporto quinquennale UK Climate Change Risk Assessment (CCRA3) spiega cosa significa per Londra mancare gli obiettivi più ambiziosi sul riscaldamento globale e superare quota 1,5°C. Anche rispettando la lettera dell’accordo di Parigi, cioè restando sotto i 2 gradi, tra poco più di 20 anni l’impatto del cambiamento climatico costerà a Londra tra l’1% e l’1,5% del suo PIL annuale. Un futuro possibile che non si discosta troppo da quello che può accadere anche in altre parti d’Europa.
Il rapporto si basa in gran parte su un report tecnico preparato dall’università di Exeter e dal Met Office britannico e dà una stima sul costo dei danni derivati dall’impatto del climate change. Costi che, rispetto al primo assessment, sono aumentati e di molto. I rischi che possono provocare fino a 1 miliardo di sterline di danni l’anno adesso sono 8, mentre 10 anni fa erano appena tre.
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In questa categoria, il rapporto inserisce al primo posto i rischi che riguardano i pozzi di carbonio naturali (ad esempio, le torbiere), seguiti da danni alle infrastrutture (acqua, energia, trasporti, telecomunicazioni) dovuti a estremi climatici che possono causare effetti a cascata anche in altri settori dell’economia. Sul podio, al terzo posto, viene citato il rischio per la salute umana e per il benessere, legati specialmente all’aumento delle temperature.
I costi dell’adattamento sono decisamente minori di quelli per riparare i danni. Soprattutto gli investimenti fatti con largo anticipo. Il documento stima che il rapporto tra benefici e costi restituisca, per ogni sterlina spesa, da 2 a 10 sterline di guadagno netto. Tra le azioni suggerite anche alcune misure a costo relativamente basso, tra cui la creazione di un sistema di allerta precoce per le ondate di calore.
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Le stime sono differenziate per scenari, tra cui il peggiore prevede un aumento del riscaldamento globale a oltre 4 gradi entro fine secolo. “Una delle conclusioni chiave del lavoro dell’Università di Exeter è che le attuali politiche mondiali potrebbero portare ad un riscaldamento fino a 4°C entro il 2100”, spiega Richard Betts, uno degli autori. “Gli accordi presi al vertice sul clima della COP26 a novembre hanno ridotto la probabilità che ciò accada, ma rimane possibile”.