La gestione sostenibile dei terreni possiede un enorme potenziale di sequestro della CO2. I dati nel nuovo studio di The Nature Conservancy
Protezione e ripristino del suolo sono strumenti fondamentali per il sequestro della CO2
(Rinnovabili.it) – Protezione e il ripristino del suolo sono pratiche fondamentali per l’assorbimento dell’anidride carbonica. A rimarcarne l’importanza è oggi un nuovo studio che spiega come il terreno potrebbe assorbire, ogni anno, più di cinque miliardi di tonnellate di anidride carbonica. Un valore molto vicino alle emissioni annuali degli Stati Uniti.
Nonostante il suo ruolo essenziale nel bilanciamento climatico, attualmente il 33% del territorio globale risulta da moderatamente ad altamente degradato a causa di erosione, salinizzazione, acidificazione ed inquinamento chimico. E secondo i dati FAO “l’attuale tasso di degrado minaccia la capacità delle generazioni future di soddisfare i loro bisogni più essenziali”.
Leggi anche: “Eurostat: in UE, cresce l’agricoltura biologica”
invertire la rotta, tuttavia, è ancora possibile. La ricerca ha analizzato il potenziale di assorbimento del carbonio da parte del suolo terrestre e ha scoperto che, se correttamente gestito, potrebbe assimilare un quarto delle emissioni globali di anidride carbonica. Infatti il potenziale di assorbimento terrestre totale è di 23,8 giga-tonnellate di CO2, l’equivalente di 5,5 miliardi di tonnellate all’anno. Circa il 40% di questo totale – indicano i ricercatori – può essere raggiunto semplicemente non sfruttando il suolo, ovvero non continuando ad implementare ed espandere pratiche agricole in tutto il mondo.
Deborah Bossio, principale autore dello studio e scienziato per The Nature Conservancy, ha affermato che la “distruzione in corso di questi ecosistemi riguarda soprattutto la diffusione dell’agricoltura, quindi rallentare o arrestare tale espansione si dimostra una strategia fondamentale”. In questo contesto, la protezione e il ripristino del suolo porterebbero all’intera umanità benefici significativi, tra cui una migliore qualità dell’acqua, una maggiore resilienza delle colture e una produzione alimentare più equilibrata.
Solo in Europa circa la metà dei suoli, soprattutto quelli mediterranei, ha uno scarso contenuto di materia organica proprio a causa di pratiche agricole intensive a cui è legato anche il declino della qualità e della produttività.
“La mitigazione dei cambiamenti climatici richiede energia pulita e la rimozione del carbonio atmosferico”, spiegano gli autori. “L’accumulo di carbonio nel terreno è un modo interessante per aumentare i pozzi di assorbimento e ridurre le emissioni”.
Leggi anche: “Degrado del suolo: perdiamo 24mld di tonnellate di terreno fertile l’anno”