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Allarme per 5 punti di non ritorno climatici: si attiveranno prima del previsto

Lo studio condotto da 200 scienziati coordinati dall’università di Exeter avverte che i tipping point si innescheranno a livelli di riscaldamento globale inferiori a quelli stimati finora. Riflettori puntati su Groenlandia e Antartide, permafrost, barriere coralline e circolazione oceanica del Nord Atlantico

Punti di non ritorno climatici: 5 tipping point sono a rischio
Foto di Bradyn Trollip su Unsplash

Il rapporto sui Global Tipping Points è stato presentato oggi alla COP28 di Dubai

(Rinnovabili.it) – Siamo sull’orlo di innescare tipping point che provocheranno cambiamenti improvvisi e irreversibili dell’ambiente naturale terrestre, con conseguenze globali. Le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide occidentale, le barriere coralline nelle fasce tropicali, la circolazione del vortice subpolare del Nord Atlantico e le regioni coperte da permafrost. Sono questi i 5 punti di non ritorno climatici più a rischio oggi, a causa dell’accelerazione del riscaldamento globale in atto. Gli ultimi dati di Copernicus stimano che il global warming nel 2023 sia arrivato a +1,46°C, a un soffio dallo sforare la soglia di 1,5 gradi stabilita dall’Accordo di Parigi.

L’avvertimento arriva dal Global Tipping Points Report, uno studio curato dall’università di Exeter che ha coordinato 200 ricercatori affiliati a 90 enti di ricerca in 26 paesi. Il rapporto è stato presentato oggi alla COP28 di Dubai.

Come funzionano i tipping point?

La nostra comprensione dei tipping point climatici è ancora limitata a causa della complessità delle interazioni tra i diversi elementi che compongono il sistema climatico del Pianeta. Quello che sappiamo è che, a differenza di eventi estremi come le ondate di calore, questi cambiamenti non procedono in modo lineare con l’aumento del global warming, ma subiscono accelerazioni improvvise una volta superata una certa soglia. Il cambiamento è drastico e rapido e termina in un nuovo stato di equilibrio, radicalmente diverso dal precedente.

I punti di non ritorno climatici si attivano prima del previsto

Queste minacce potrebbero materializzarsi nei prossimi decenni e “a livelli di riscaldamento globale inferiori a quanto si pensasse in precedenza”, avvertono gli autori. Potrebbero essere “catastrofici” e portare a una perdita su scala globale della capacità di coltivare le principali colture di base. L’innesco di punti di non ritorno climatici potrebbe innescare un effetto domino che accelererebbe tutte le trasformazioni in corso, in modo non dissimile da quanto ha fatto la pandemia di COVID-19, e portare a “danni ingestibili”. “I punti critici mostrano che la minaccia complessiva posta dalla crisi climatica ed ecologica è molto più grave di quanto comunemente si pensi”, avvertono gli autori.

Alcuni di questi punti critici del sistema terrestre potrebbero però attivarsi lasciandoci il tempo necessario per intraprendere un’azione globale coordinata contro la crisi climatica, sostengono gli autori. “Mitigare il rischio è ancora possibile riducendo la vulnerabilità, e diventa sempre più urgente, perché ogni manifestazione di una minaccia di punto critico distoglie attenzione e risorse verso la risposta alle catastrofi, erodendo parte della nostra capacità di agire per affrontare i fattori sottostanti. Ciò aumenta il rischio di innescare più punti critici del sistema Terra, creando un circolo vizioso”, aggiungono.