La forestazione su larga scala innesca effetti di feedback che possono cancellare fino a 1/3 dei benefici climatici derivanti dall’aumento di sequestro di CO2 dall’atmosfera dovuti all’aumento delle aree forestate
Piantare alberi è utile solo se accoppiato a tagli delle emissioni alla fonte sostanziali
(Rinnovabili.it) – L’Europa ha deciso nella sua strategia per la biodiversità di piantare almeno 3 miliardi di alberi entro questo decennio. Il progetto della “Grande Muraglia Verde” vorrebbe fermare la desertificazione del Sahel ripristinando 100 milioni di ettari di foreste entro il 2030. La Cina pianifica di conservare e riforestare aree per un totale di 70 miliardi di alberi entro la stessa data. Tutte strategie basate sull’assunto che – oltre a preservare diversità biologica e servizi ecosistemici – foreste più abbondanti mitighino il riscaldamento globale. Ma piantare alberi non fa (sempre) bene al clima.
Lo spiega uno studio pubblicato su Science: circa un terzo del raffreddamento del clima che si ottiene con la rimozione di anidride carbonica dall’atmosfera tramite le foreste è annullato dai cambiamenti nella composizione atmosferica e da una diminuzione della riflettività superficiale. In parole semplici: abbiamo sovrastimato i benefici degli sforzi di forestazione su larga scala.
Piantare alberi senza tagliare le emissioni è un vicolo cieco
Da cosa dipende questo risultato sotto le stime? Piantare alberi su larga scala, ha calcolato lo studio, può generare feedback all’interno del sistema climatico terrestre che aumentano il riscaldamento globale.
Come? La riforestazione porta a cambiamenti nella composizione atmosferica tramite il rilascio di composti organici volatili biogenici, che a loro volta influenzano i gas serra e gli aerosol organici. E una copertura forestale più estesa diminuisce l’albedo superficiale, cioè la capacità del terreno di riflettere la radiazione solare che raggiunge il Pianeta. Da un lato più alberi significa gas climalteranti più persistenti, dall’altro più calore intrappolato in atmosfera.
Gli autori dello studio hanno modellato l’effetto del piantare alberi su larga scala in diversi scenari emissivi, quindi come soluzione più o meno centrale rispetto ad altre che comportano la riduzione delle emissioni di gas serra all’origine. I risultati dicono che in una traiettoria verso 4°C di riscaldamento globale, la riforestazione si mangia 1/3 dei benefici che apporta al clima su carta. Mentre in una traiettoria dove i tagli delle emissioni sono più sostanziosi e allineata con il target dei 2 gradi, piantare alberi non è un’operazione che porta solo benefici ma gli effetti indesiderati sono davvero limitati. Risultati che “evidenziano l’urgenza di riduzioni simultanee delle emissioni”.