Il caldo eccezionale fa sviluppare agli uccelli di pochi giorni dei telomeri più brevi. Questi cappucci protettivi posti agli estremi dei cromosomi regolano l’invecchiamento cellulare. Più sono gli episodi di caldo nei primi giorni di vita, più è precoce l’invecchiamento. E quindi minore la probabilità di avere una progenie numerosa
Uno studio apparso su Pnas rivela l’impatto del caldo estremo sul dna
(Rinnovabili.it) – Un anno fa, alcune ondate di calore senza precedenti hanno riscritto i record di temperatura del Pacific North West. Gli stati di Washington e dell’Oregon e la Columbia britannica canadese hanno registrato temperature vicine ai 50°C, anche 5 gradi sopra i massimi storici. Che l’episodio fosse eccezionale, lo si è visto anche dall’impatto che ha avuto sull’ambiente: si stima che il caldo estremo abbia ucciso circa 1 miliardo di organismi marini.
La moria di massa è forse l’effetto più visibile sulla fauna delle ondate di calore eccezionali. Ma non l’unico. Uno studio appena apparso su Pnas spiega che il caldo estremo è in grado di creare danni permanenti ad alcune tipologie di organismi. Come? Anche se non portano al decesso, le temperature troppo elevate possono danneggiare il dna degli uccelli di pochi giorni. Con il risultato che questi individui hanno una maggiore probabilità di invecchiare prima, morire più giovani e di conseguenza avere una progenie meno numerosa.
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Lo studio si concentra su una popolazione di uccelli dell’Australia settentrionale, lo scricciolo splendente coronato. I ricercatori hanno rilevato che il caldo estremo provoca delle alterazioni nei telomeri. Si tratta di una sorta di “cappuccio” di dna, collocato alle estremità dei cromosomi che, tra le altre funzioni, funge da cuscinetto per proteggere le cellule dagli effetti secondari della produzione di energia e dallo stress. Quando questo cuscinetto si erode, la cellula si spegne. E quando il numero di queste cellule inattive si accumula nel tempo, il processo di invecchiamento accelera.
L’osservazione degli scriccioli ha rivelato che gli individui che nei primi giorni di vita sono esposti ad alte temperature sviluppano dei telomeri più corti. Che si “consumano” prima. Ma quanto pesa questo singolo fattore sull’eventuale degrado della biodiversità? Secondo i ricercatori, che hanno inserito i dati raccolti in un modello per testarne gli effetti su larga scala, anche l’esposizione a quantità di calore moderate può innescare un declino della popolazione.
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