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Il vero costo delle ondate di calore

Tra impatti su salute, crescita economica e produzione agricola, gli episodi di caldo estremo fanno calare il PIL pro capite dell’1,5% annuo nei paesi più ricchi e di quasi il 7% in quelli più vulnerabili

Ondate di calore: i modelli previsionali dimenticano le città
Foto di 畅 苏 da Pixabay

Uno studio del Dartmouth College sugli effetti delle ondate di calore in tutto il mondo

(Rinnovabili.it) – Più di 16mila miliardi di dollari. Ecco qual è l’impatto sull’economia, la salute umana e l’agricoltura che hanno avuto le ondate di calore in tutto il mondo tra il 1992 e il 2013. Un costo che rende risibili le spese da sostenere per implementare delle politiche di adattamento e mitigazione efficaci contro il caldo estremo. Lo ha calcolato un team di ricercatori del Dartmouth College.

Come sono arrivati a questa cifra? Incrociando i dati sulle ondate di calore – la temperatura media durante i 5 giorni più caldi, per ogni regione e per ogni anno – con quelli sulla performance economica. Il risultato è che c’è una correlazione statistica fra gli episodi di caldo più estremo e le variazioni della crescita economica. Quello pubblicato su Science Advances è uno dei pochi studi ad analizzare l’impatto specifico delle ondate di calore, operazione resa possibile dalla natura concentrata nel tempo e nello spazio di questi fenomeni.

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I costi della crisi climatica, insomma, sarebbero decisamente più alti di quanto abbiamo stimato finora. “Accelerare le misure di adattamento nel periodo più caldo di ogni anno produrrebbe benefici economici fin da subito”, sostiene Christopher Callahan, dottorando in geografia a Dartmouth e prima firma dello studio. “La quantità di denaro speso per le misure di adattamento non dovrebbe essere valutata solo in base al prezzo di tali misure, ma in relazione al costo di non fare nulla. La nostra ricerca identifica un prezzo sostanziale per il non fare nulla”.

Costi che non sono spalmati in modo uguale in tutto il globo. Le perdite economiche dovute al caldo estremo, nelle regioni più ricche del mondo, arrivano a circa l’1,5% del PIL pro capite. Ma per le aree più a basso reddito del pianeta, il costo è in media del 6,7% del PIL pro capite.

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Non si può però escludere che il peso subìto da questi paesi si possa riverberare anche sulle economie avanzate. “Quasi nessun Paese al mondo ha beneficiato del caldo estremo che si è verificato”, spiegano gli autori, sottolineando però che “eventi globali come la pandemia COVID-19 hanno rivelato la stretta interconnessione della catena di approvvigionamento e dell’economia globale. I Paesi a basso reddito hanno un numero sproporzionato di lavoratori all’aperto che spesso generano le materie prime così cruciali per la catena di approvvigionamento globale: è assolutamente possibile che si verifichino effetti a catena verso l’alto”.