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L’ondata di calore in UK da record era “statisticamente impossibile”

Il World Weather Attribution calcola il peso della crisi climatica sull’evento di caldo eccezionale che ha investito la Gran Bretagna con un picco tra il 17 e il 19 luglio. Sale anche la conta dei morti: quasi 1000 in 3 giorni, la media annuale è meno di 800

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La crisi climatica ha reso il caldo estremo in UK a oltre 40 gradi 10 volte più probabile

(Rinnovabili.it) – La crisi climatica ha reso 4°C più intensa e 10 volte più probabile l’ondata di calore che si è abbattuta a metà luglio sul Regno Unito. Anche in un clima che, a livello globale, è quasi 1,2 gradi più caldo dell’epoca preindustriale, un evento di questo tipo resta però eccezionale. Ci sarebbe una probabilità pari ad appena l’1% che l’ondata di calore in UK si ripresenti ogni anno con una tale virulenza.

Lo sostiene il World Weather Attribution, un organismo che riunisce scienziati provenienti da Sudafrica, Germania, Francia, Svizzera, Nuova Zelanda, Danimarca, Stati Uniti e Regno Unito per valutare in che misura il cambiamento climatico indotto dall’uomo alteri la probabilità e l’intensità di eventi climatici estremi, come appunto l’ondata di calore in UK.

Il ruolo della crisi climatica nel caldo estremo in Gran Bretagna

Il 19 luglio, molte centraline meteo di Londra hanno segnato 40°C o più, superando il record precedente (risaliva al 2019) di 38,7 gradi. Il primato assoluto durante l’ondata di calore in UK è stato di 40,3°C.

“Mentre in Europa le ondate di calore sono state sempre più frequenti negli ultimi anni, il caldo recentemente osservato nel Regno Unito è stato così estremo da essere un evento raro nel clima attuale”, spiegano i 21 autori dello studio. “Le temperature osservate in media su 2 giorni sono state stimate con un periodo di ritorno di circa 100 anni nel clima attuale. Per le temperature massime di 1 giorno, il tempo di ritorno è stimato a 1 su 1000 anni nel clima attuale”.

Per farsi un’idea di quanto sia stato eccezionale superare la soglia dei 40 gradi in Gran Bretagna, basta considerare che il 19 luglio i valori della temperatura registrati da 2 centraline su 3 in tutto il paese sono considerati “statisticamente impossibili”. Sono cioè così estremi da cadere molto al di fuori della curva a campana che descrive la probabilità di registrare una certa temperatura, sulla base della media climatologica di riferimento.

L’ondata di calore in UK ha fatto quasi 1000 morti

Intanto, iniziano ad arrivare cifre aggiornate e più verosimili anche sulle morti in eccesso attribuibili direttamente all’ondata di calore in UK. Il governo, nei giorni immediatamente successivi, aveva parlato di appena 13 decessi, tutti causati da annegamento, in gran parte persone giovani. Usando criteri più standardizzati per conteggiare la letalità delle heat waves, Antonio Gasparrini della London School of Hygiene & Tropical Medicine arriva a cifre ben diverse. E in linea con quelle di altri paesi europei.

Secondo lo scienziato, tra Inghilterra e Galles sarebbero morte almeno 948 persone a causa del caldo estremo tra il 17 e il 19 luglio. Più di metà ha 85 anni o più. Per mettere in prospettiva il dato, in un’annata normale, la mortalità in eccesso per il caldo nelle due regioni arriva a 791 decessi. In pratica, in appena 3 giorni si è superato e di molto il valore standard su 12 mesi. Nei giorni precedenti, il Portogallo aveva affrontato la stessa ondata di calore, toccando temperature di 47 gradi e registrando oltre 1000 morti solo nei giorni di caldo più intenso. (lm)