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Ufficiale, in corso la 4° moria dei coralli di massa in 6 anni

Nel giorno in cui inizia la missione Unesco per decidere se il reef australiano è da considerare sito patrimonio dell’umanità “in pericolo”, arriva la conferma ufficiale: gran parte della barriera è soggetta a una poderosa ondata di calore marino con frequenti sbiancamenti

Moria dei coralli: in Australia i mari sono 2-4°C più caldi del normale
Foto di Marcelo Kato da Pixabay

Senza frenare il climate change, ci aspetta una moria dei coralli ogni anno dal 2044

(Rinnovabili.it) – Gran parte della barriera corallina dell’Australia è colpita da un’intesa ondata di calore marino che sta causando una diffusa moria dei coralli. Adesso è ufficiale. È in corso un altro sbiancamento di massa dei coralli, il quarto in appena 6 anni. Lo comunica la Great Barrier Reef Marine Park Authority, l’ente che monitora lo stato di salute dell’ecosistema. Mentre sono in arrivo gli inviati Unesco per una missione di 10 giorni in cui dovranno decidere se il reef è finalmente da inserire nella lista dei siti patrimonio “in pericolo”, la barriera corallina è immersa in acque da 2 a 4 gradi più calde del normale.

“Lo sbiancamento è stato rilevato in tutto il Parco Marino – è diffuso ma variabile, in più regioni, con un impatto che varia da minore a grave”, scrive l’Autorità nel suo report settimanale. “La maggior parte delle osservazioni di sbiancamento sono state di pallore o fluorescenza, ma diverse località hanno intere colonie sbiancate”. Le barriere coralline sono degli ecosistemi preziosissimi sia per la biodiversità marina che per la vita di centinaia di milioni di persone. I reef infatti supportano la vita del 25% delle specie di pesci al mondo e sono quindi un tassello importante per l’economia blu di molti paesi.

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Tutto questo mentre il Climate Council australiano avverte che ai ritmi di riscaldamento globale odierni, la moria dei coralli si ripeterà ogni anno già dal 2044. L’organismo indipendente ricorda che il 2021 è stato un anno record per le temperature marine: gli oceani non sono mai stati così caldi. In 12 mesi, la quantità di calore in eccesso assorbita dalla massa d’acqua è pari all’energia sprigionata da 7 bombe atomiche come quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki.

“Ondate di calore marine più frequenti e gravi hanno anche conseguenze devastanti per altri ecosistemi marini”, avvertono gli esperti del Climate Council. “Nell’ultimo decennio, le ondate di calore marine hanno causato la morte di massa di specie chiave lungo il 45% della costa australiana – compresi coralli, alghe, laminarie e mangrovie”.

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